benvenuti nel sito del
nucleo comunista internazionalista
Come dice lo stesso nome che ci diamo, siamo un piccolo gruppo, un
“nucleo”, che rivendica a sé (e non
“per sé”, ma per l’insieme del
movimento sociale e politico di emancipazione dal capitalismo) la
qualifica di comunismo nel senso marxista del
termine
Dal fronte francese, dopo una intensa giornata di lotta
Dunque: che cosa ci ha trasmesso la giornata di lotta
convocata a Parigi sabato 11 settembre che, alla vigilia, abbiamo
presentato come importante momento di una prova di forza ora entrata
nella fase critica dove si decide, detto in sintesi e in parole povere,
“chi spacca la testa a chi”?
La piazza di Parigi, attraverso le sue punte di massa più
avanzate, se non ha immediatamente messo “la zeppa”
della cui urgenza abbiamo detto, ha però trasmesso il segnale
che ci aspettavamo giungesse dal fronte francese della lotta. Allo
stato attuale il più avanzato dal punto di vista
della variante umana in azione contro la morsa imposta dal
Moloch, particolarmente feroce tanto in Francia che in Italia.
>>
TRE DOCUMENTI VIDEO SULLA GIORNATA DI
LOTTA
1. Lavoratori della sanità sul piede di
guerra, piaccia o non piaccia ai bonzi Cgt
2. Il corteo dei gueux-sanculotti, avvertimento a
Macron
3. “Manif. sauvage” verso il
palazzo
dell’Eliseo, avvertimento a Macron
ATTO VIII PER RICACCIARE PASS E OBBLIGO VAX IN GOLA A MACRON. >>
DAI LUOGHI DI LAVORO ALL'INTERA SOCIETA' SI GENERALIZZA UNA
INSOPPORTABILE CAPPA DI OPPRESSIONE.
CHE L'ENORME SOFFERENZA SOCIALE SI TRASFORMI IN UNA GRANDE E
CONVERGENTE ONDATA DI LOTTA ANTI-GOVER- NATIVA!
>>
IL COMPAGNO SERGIO SCRIVE, IL NUCLEO
SOTTOSCRIVE…
Due parole nostre in aggiunta alla sciabolata di Sergio. Le schiette
dichiarazioni del commendator Cazzola hanno “reso
evidente da che parte stanno coloro che si stanno sollevando…”
scrive Sergio. Nutriamo qualche dubbio su tale evidenza, riferito ai figliuoli
ossia alla parte maggioritaria dell’attuale “campo
antagonista e di classe”. Semmai un motivo di imbarazzo in
più per giustificare la posizione di chi non ha nessunissima
intenzione di “immischiarsi” con la massa dei
“deplorevoli” cioè di agire dentro il
movimento reale che manifesta in piazza la sua opposizione al governo.
>>
Siamo incalzati dai fatti, dal ritmo dell’offensiva imposto dal Moloch che ci mette spalle al muro. Le cose stanno proprio come dicono i nostri carissimi amici gueux di Francia: “L’heure des choix à sonné”, di cui abbiamo detto e di cui diremo alcune cose. Possibilmente prima della giornata che si annuncia (salvo imprevisti o “sorprese”) campale, di sabato 11 settembre sui selciati di Parigi. >>
Un video (dall’Electrolux di Susegana-Conegliano). Un tetro comunicato. Un breve nostro bla, bla, bla… (aspettando, Parigi oh cara!, il redde rationem sulle piazze)
Dovrebbe essere cosa ovvia e normale (per gli umani, certo se non sardinizzati o ridotti allo stato ovino) che di fronte ad una legge che impone ad un lavoratore di consumare la pausa-pranzo in piedi oppure di accomodarsi gentilmente fuori dalla porta della mensa in quanto non munito di regolare lasciapassare che vorrebbe contraddistinguere i sani cittadini rispettosi della salute collettiva ( e i… “proletari comunisti” di cui qui sotto riportiamo un tetro comunicato davvero sinistro e che perciò listiamo di nero-funerale, e della cui logica da nipotini e figliuoli della Ghepeù diciamo almeno e per il momento solo un paio di cosette) dai “deplorevoli” colleghi con cui si condividono, fianco a fianco, le pene o le gioie di otto ore di lavoro ogni santo giorno ma che disdicevolmente non ce l’hanno questo pass e addirittura rifiutano di farsi siringare dalla medicina di Stato, dovrebbe essere normale dicevamo che tutti i lavoratori insorgessero contro questa infame e provocatoria imposizione. >>
Il punto di non ritorno è stato superato
“L’heure des choix a
sonné” c’era scritto su un
cartello portato dai nostri carissimi gueux
in gilet giallo in testa al corteo di Parigi, sabato 21 agosto, atto VI
della mobilitazione per ricacciare in gola e in culo a Macron tanto
il pass che l’obbligo vax.
“L’ora delle scelte è suonata”:
molto semplice. Vale per la Francia che è, al momento,
il teatro della guerra di classe (di classe!)
internazionale dove la spietata e sadica (se è vero
com’è vero che vorrebbe arrivare a mettere le mani
sui bambini) offensiva del Moloch può
essere fermata. Ma vale un po’ dappertutto, specialmente in
Europa. Germania, Italia, Inghilterra…
>>
Gli appunti del compagno Nicola che pubblichiamo si sforzano
di rispondere alla domanda posta nel nostro titolo, scritta a caratteri
cubitali.
Immensa vergogna: si è fatto finta
di non vedere che in data 1 Aprile 2021 il governo
di Unione Sacra – primo esempio
“apripista” al mondo! – ha
militarizzato i lavoratori della sanità; non si intende o si
fa finta di non intendere il carattere da vera e propria
dichiarazione di guerra della conferenza stampa governativa
del 22 luglio. Giusto per dire di che cosa parliamo
cioè della materia di cui trattano gli
“appunti” di Nicola: omertà,
vergognosa e vigliacca. Chi tace acconsente.
>>
Diamo qui conto di due documenti che
affrontano le questioni
che i movimenti di piazza italiani contro la feroce offensiva del
Moloch (offensiva che è in corso a scala
internazionale su tutti i teatri della guerra di classe)
sollevano per l’intervento dei rivoluzionari. (A proposito
del Moloch, vedi nota)
Il primo sono “gli
appunti” fatti dai compagni de Il Rovescio
a cui facendo un click rimandiamo.
Il secondo è “uno
sfogo”, un lucidissimo e puntualissimo
“sfogo”, del compagno Bob inteso a rispondere
allo… “scetticismo” per non dir di peggio
con cui la stragrande maggioranza del cosiddetto “movimento
antagonista di classe” valuta il movimento sociale che,
sabato dopo sabato, scende in piazza per contrastare la spietata e
terrificante manovra annunciata in Italia da Draghi il 22 luglio.
>>
Il punto di non ritorno è stato oltrepassato.
LO
STATO DEMOCRATICO E “ANTIFASCISTA” SCATENA LA SUA
GUARDIA PRETORIANA
GONGOLANO LE MUMMIE BENPENSANTI, SPECIE SE “DI
SINISTRA”, SPECIE SE…
“ANTAGONISTE”: COSI’ SI FA!
COSI’ LO STATO DEVE FARE PER METTERE A TACERE GLI UNTORI
“NEGAZIONISTI”,
“IRRESPONSABILI”, “INDIVIDUALISTI
REAZIONARI” ecc. ecc.
Le manifestazioni indette per domenica 1
agosto
contro le misure governative di guerra… “alla
variante Covid”erano state vietate: nessuno deve azzardarsi a
mettere in discussione, in piazza, la medicina che lo Stato (in
Germania come ovunque) intende applicare alla società con le
buone o con le cattive.
Migliaia di uomini e di donne (di donne soprattutto) nella
capitale Berlino hanno sfidato il divieto cercando di eludere
l’imponente dispositivo di sicurezza schierato a protezione
dell’ordine e “della salute pubblica”.
>>
Il punto di non ritorno è stato oltrepassato
Riceviamo in redazione, da parte di
chi ci vuole
sinceramente
e fraternamente del bene, degli strani inviti. Che a noi appaiono
strani beninteso e a cui, in effetti, non sappiamo cosa dire, cosa
rispondere. Perché alle nostre orecchie, al nostro cervello,
al nostro cuore, essi arrivano come scritti da “un altro
mondo”, da “un’altra epoca”.
Comprendiamo che una nostra eventuale e “puntuale”
replica a questi compagni e fratelli nostri che ci scrivono
sinceramente preoccupati per la piega presa dal Nucleo
e per la sua sorte – qualora anche avessimo la
lucidità necessaria per replicare e, in questo momento, siamo
coscienti di non averla o perlomeno di non averla in grado
sufficiente – risulterebbe perfettamente incompresa
e incomprensibile.
Il fatto è che “sentiamo” (più
che “comprendiamo”) una epoca, una lunga fase
storica, chiudersi. Chiudersi, sabato dopo sabato per così
dire, sotto i nostri occhi. Non ce se ne rende pienamente conto o non
ce se ne rende del tutto conto.
>>
Portiamo nelle mobilitazioni di
piazza contro le
odiose misure
varate dal governo di Unione Sacra la voce rivoluzionaria di classe.
Dalla Francia all’Australia, dall’Italia agli Stati
Uniti, fermiamo la mano dei governi del Kapitale in una lotta che
è internazionale.
La parola al compagno Roberto Prinzi
>>
Dal compagno Dino riceviamo questi due importanti documenti sulla lotta contro le odiose e infami misure annunciate il 22 luglio dal governo, lotta che avviene in condizioni particolarmente difficili. Il campo della cosiddetta "sinistra antagonista" – quelli che noi definiamo figliuoli a loro insaputa;– funge da oggettivo elemento di supporto alla manovra di guerra. Poiché di guerra di classe si tratta. >>
AGGIORNAMENTO DAL FRONTE FRANCESE.
Dobbiamo rinviare la stesura del
dettagliato rapporto
sulla
lotta, sociale e politica, in corso in Francia per battere in piazza il
governo Macron cioè ricacciargli in gola e nel culo
l’imposizione del green pass e dell’obbligo
vaccinale per i lavoratori della sanità.
E’ evidente che gli sviluppi e l’esito della guerra
di classe (mascherata da “guerra alla malattia Covid 19) in
atto sul teatro francese si riflettono e si rifletteranno su tutti i
fronti della medesima guerra, in particolare sul nostro, italiano.
>>
L’accelerazione delle operazioni di guerra “anti-Covid” (leggi: guerra di classe a carattere internazionale) anche sul teatro italiano in particolare con la prossime misure di discriminazione contro i renitenti al vaccino, le “voci” sempre più insistenti per l’estensione dell’obbligatorietà anche nel settore della scuola, le sortite di Confindustria fatte forse solo e per intanto saggiare il terreno: “Al lavoro con il green pass, chi non ce l’ha sarà sospeso” (la Repubblica.it del 20 luglio), il generale crescere di intensità del martellamento quotidiano da parte dei media mainstream volto a fomentare l’ostilità verso i renitenti, ci costringe a rimandare (speriamo solo di qualche giorno) il rapporto su quanto a livello di mobilitazione sociale e riflessi politici sta avvenendo in Francia. >>
Poche parole per intanto. In attesa che sabato 17 luglio a Parigi la piazza degli umani che non intendono essere trattati da cavie delle sperimentazioni sanitarie e sociali messe bestialmente in atto dalla classe dominante (escluse quindi le larve, le sardine e i sardinizzati, i complici incoscienti e/o coscienti di tali sperimentazioni cioè quelli che abbiamo definito essere figliuoli a loro insaputa… una specie piuttosto diffusa anche in Francia) risponda alle imposizioni governative annunciate da Macron all’inizio della settimana. Scaricando in piazza il massimo di determinazione e di energia possibili. >>
SEGNALAZIONI
Dal sito dei compagni anarchici de il rovescio riportiamo una breve ma densa e significativa nota sullo sviluppo della lotta, nel territorio trentino, di quei lavoratori del settore sanitario che in condizioni difficilissime e sotto ricatto bestiale rifiutano di essere cavie della spaventosa sperimentazione di massa in corso. In corso, come abbiamo scritto, “a furor di Scienza, a furor di Stato ed a furor di Popolo”. Non è facile quindi mettersi di traverso all’operazione militar-vaccinale coordinata da un Generale della Nato (e vergognosamente appoggiata non solo ovviamente da tutto l’arco delle forze social-istituzionali ma anche, nei fatti, da una sfilza di “antagonisti” di cui abbiamo già detto e che abbiamo definito essere… figliuoli a loro insaputa). >>
Riportiamo come sta e giace il commento tratto dal sito "il simpliccimus" sull'ultima vergogna del sindacalismo ufficiale di Stato. A differenza de "il simpliccimus" noi non siamo né democratici né parteggiamo "per l'indipendenza nazionale", "per una vera repubblica sociale e sovrana". Siamo comunisti e "parteggiamo" per la rivoluzione proletaria internazionale. Con i non moltissimi "sinceri democratici" che in questi tempi maledetti hanno ancora occhi per vedere e un cervello ancora non portato all'ammasso, tuttavia condividiamo il profondo senso di schifo umano e politico per lo scempio che viene impunemente perpetrato, alla luce del sole fra l'altro e con il largo consenso della "pubblica opinione" per giunta. >>
Adil Belakdim, coordinatore del Si Cobas di Novara è stato ucciso ieri venerdì 18 giugno, travolto da un camion che ha tentato di forzare il picchetto dei lavoratori in sciopero alla Lidl di Biandrate. Il tragico evento è avvenuto al culmine di una lunga serie di attacchi (dall’operazione poliziesca del 10 marzo di Piacenza, all’aggressione squadrista dell’11 giugno di Tavazzano per dire solo di alcuni episodi recenti) contro la lotta dei lavoratori della logistica e il sindacato di classe che principalmente li organizza, letteralmente perseguitato per il semplice fatto di svolgere con coerenza il suo compito di organizzazione sindacale, cioè di mettere in campo una reale lotta di classe contro lo schiacciamento del lavoro salariato esercitato dalla forza del capitale. >>
Ancora in tema di campagna militar-vaccinale
Il pezzo che presentiamo tratto da la Repubblica del 1 giugno è da antologia. Lo pubblichiamo perché resti a futura memoria, dedicato soprattutto a chi da “antagonista di sinistra” è involontario complice (talora perfino volontario e dichiarato) della operazione militar-vaccinale in atto che, come si dice nel movimento di opposizione sociale tedesco è un aspetto della guerra di classe scatenata dal Moloch-Das Kapital attraverso le sue molteplici incarnazioni (in Germania forse la più “pura” e moderna incarnazione è se vogliamo quella rappresentata dai Grunen/Verdi che, fra l’altro, veleggiano gonfi di consenso verso un possibile cancellierato post-Merkel). >>
Dal blog "Noi non abbiamo Patria" riceviamo e pubblichiamo questa intensa cronaca della lotta dilagata all'interno di Israele nei giorni dell'attacco a Gaza. Protagonista in prima linea: la gioventù senza-riserve palestinese. Tanto più significativa questa cronaca in quanto fatta da un giovane israeliano di Haifa, solidale sul campo della rivolta. >>
RICEVIAMO/SEGNALIAMO
Quale elementare dovere nostro di
controinformazione
segnaliamo da The Israeli People’s Commitee
(1) gli ultimi report concernenti la, più che allarmante
diremmo gravissima situazione causata
dalla sperimentazione vaccinale di massa attuata dentro il laboratorio
del mondo-Israele (parola di Albert Bourla in
persona!), portato per giunta (e per sinistra… burla) ad
“indiscutibile” esempio di riuscita nel
contenimento della malattia Covid 19 dalle mute di cani rabbiosi che da
ogni lato, nell’occidente imperialista e democratico,
circondano le greggi e ci circondano.
Qui non si parla degli effetti a
medio-lungo termine della spaventosa sperimentazione a cui le
masse sono convogliate (da parte delle suddette mute) non soltanto come
cavie ma addirittura come cavie consenzienti e ringrazianti Sua
Maestà La Scienza, Sua Maestà Lo Stato:
senz’altro una indubbia e – per il momento
(per il momento!) – schiacciante dimostrazione
di forza da parte del Moloch-Capitale.
>>
IN TEMA DI ARABI ED EBREI, OPPRESSI E OPPRESSORI, GUERRA E RIVOLUZIONE IN PALESTINA E IN TUTTO IL MEDIO ORIENTE
Abbiamo ricevuto una lettera da un nostro lettore “amico del popolo di Israele”. Ci rinfaccia e ci accusa non solo di “errato sbilanciamento” in favore della causa palestinese e arabo-islamica, di non conoscere a fondo la storia del popolo ebraico ma con ciò addirittura di venir meno agli insegnamenti dei nostri padri: “gli ebrei” Carlo Marx, Leone Trotsky, Rosa Luxemburg e migliaia e migliaia di altri compagni della stessa “stirpe” >>
PROFANATA LA MOSCHEA DI AL-AQSA A GERUSALEMME
Dentro, al
Bundestag, stanno
votando
l’introduzione di nuove misure restrittive, di altri giri di
vite e di controllo sulla società in nome della
“guerra al Covid” e della “salute
pubblica”.
Fuori, come si vede, c’è qualcuno
(“sfrenati individualisti”,
“deplorevoli”, “negazionisti”,
“poveretti male informati”,
“fascisti”… fate voi a scelta, secondo il
giudizio di chi tiene in mano il bastone,
assolutamente democratico, del comando e dei
reggicoda del regime democratico, in testa le mummie “di
sinistra”) qualcuno che non ci sta ad essere soggetto
passivo, cavia delle sperimentazioni sociali e sanitarie di lor
signori.
>>
VACCINI, VACCINI E ANCORA VACCINI. MILITARIZZATO IL SETTORE DELLA SANITA’. L’IMBARAZZO DELL’ATTUALE MOVIMENTO DI CLASSE.
La campagna militar-vaccinale procede a tappe forzate. Il governo italiano primo, e se non ci sbagliamo unico al momento caso al mondo, ha decretato l’obbligo di vaccinazione cioè la militarizzazione dei lavoratori del settore sanitario dando una indubbia dimostrazione di forza. Grazie all’altrettanto indubbio consenso politico-sociale che sorregge la campagna militar-vaccinale e sfruttando la condizione attuale di totale smarrimento ed impotenza della classe lavoratrice italiana. >>
La nostra base di principio in tema di medicina, di terapia e di scienza
La nostra netta posizione politica
contro la
vaccinazione
obbligatoria e contro ogni discriminazione verso chi la rifiuta
è per il fatto che giudichiamo questa “cura della
malattia” Covid 19 una autentica sperimentazione di massa di
cui siamo cavie.
Respingiamo nella maniera più assoluta l’idea
largamente prevalente nell’attuale movimento di classe che
“siccome non siamo scienziati, lasciamo discutere
questa cosa agli scienziati…” (sentito
dire da autentici militanti di classe, da reali avanguardie di lotta!
Il che dà la misura dell’annientamento politico
subito dalla nostra classe, dello stato in cui versiamo e da cui
dobbiamo riprenderci). Sembrerebbe che la lotta di classe condotta da
postazione comunista rivoluzionaria debba essere sospesa, rimandata a
dopo la fine della “guerra al Covid” eludendo il
nodo centrale della questione cioè che il metodo e i
mezzi adottati per sconfiggere la malattia non sono materia neutra al
di sopra delle classi da lasciare in mano “alla
scienza” e alla surroga di reale comunità umana
quale è lo Stato.
Il nostro schieramento dentro “la guerra al Covid”
che è parte di una più generale guerra “per
la vita o per la morte” che è in atto innescata
dalla catastrofe capitalistica, è conseguente ai
principi splendidamente esposti nello studio di cui ripubblichiamo i
capitoli centrali.
>>
Il Nucleo Comunista Internazionalista condivide profondamente la rivendicazione umana e di classe che vi è trasmessa. >>
STATO SBIRRO & STATO “SOCIALE”, A PIACENZA E’ DI NUOVO IL TURNO DEL BASTONE
Un pesantissimo attacco è stato sferrato, all’alba del 10 marzo, dagli apparati dello Stato borghese e democratico contro alcuni lavoratori della Fedex-TNT di Piacenza, contro l’organizzazione sindacale che ne ha guidato la lotta negli scioperi di gennaio e febbraio, contro i solidali che li hanno appoggiati. Concordiamo pienamente con il comunicato del Si Cobas che pubblichiamo e invitiamo a diffondere in cui si afferma che “una operazione di polizia di tali dimensioni non può essere frutto di una dinamica puramente locale” ma è “un tassello di un più ampio attacco repressivo” e, aggiungiamo noi, preventivo. >>
Russia: l’agitazione della marmaglia liberal attorno al caso Navalny
Non servono molte parole per capire
il senso
dell’agitazione e della campagna di cui è strumento
Alexei Navalny, eletto da lor signori padroni del vapore nel nostro mondo
libero e democratico a campione della “lotta alla
corruzione” e dei “diritti umani”
orribilmente calpestati in Russia. “eroe”, come
scritto sulle pagine del Corriere della Sera (sua firma di punta Aldo
Cazzullo, CdS del 27/1/21). Oppositore della
“dittatura di Putin” e
perseguitato “dai gangster di Putin”
come scrivono taluni “trotzkisti” sia russi che
italiani degni del miglior “SoCIAlismo
rivoluzionario”.
>>
Un giovane compagno ci manda questo
paio di cartoline
ad
eloquente “commento” dell’attuale governo
di “salvezza nazionale” sortito dal cilindro della
borghesia. Condividiamole e diffondiamole!
Ci aggiungiamo solo di contorno qualche “rimando
storico” utile per l’orientamento di classe di
fronte all’attacco politico preventivo a
360° sferrato dalla borghesia italiana contro il proletariato
d’Italia.
>>
L’uno-due di Renzi-Draghi (mangia sto osso o salta sto fosso)
Ci siamo finalmente! La valanga si è staccata ed ha preso a rotolare. Giocando d’anticipo e in emergenza la borghesia attrezza il suo piano politico preparandosi alla slavina sociale in arrivo. La stretta politica perentoriamente impressa grazie all’iniziativa di un Renzi ovverosia dei centri di potere interni e d’oltreatlantico che gli stanno dietro, è infine arrivata. Segno che davvero il tempo stringe, proprio come titolato dai nostri poveri e monotoni scritti. >>
The gruesome inauguration ceremony of the new American administration "beacon and leader of the free world" has just taken place. The words used by the new, legitimately and democratically elected President, Joe Biden (who as the leader of the "free world" is President and Commander-in-Chief "of us all" here in Europe as well) could not have been more fair and true. He articulated that in the "nation under the power of God" where "the good angels, the guardians, have always had the upper hand" and of which he is the new commander in chief "democracy has won": "This is the day of democracy"! >>
United States of America on the volcano’s edge
In attesa della cerimonia di insediamento-incoronazione del 20 gennaio la frazione “vincente” della borghesia americana (e di tutto “il mondo libero”) sembra decisa ad andare fino in fondo nell’operazione chirurgica che ha spazzato via Trump (frazione borghese “patriottica”-imperialista). E a non fare prigionieri. I democratici e i sardinizzati di mezzo mondo tirano un profondo sospiro di sollievo. Costoro più o meno ingenuamente credono davvero, e si illudono, che la testa del serpente fascista sia stata schiacciata. >>
CORRISPONDENZE
Pubblichiamo le lettere che abbiamo
ricevuto dal
compagno
Roberto che, lo confessiamo, per noi sono state una boccata
d’ossigeno (e senza ossigeno c’è la fine
per asfissia: allegria compagni!) come per lui è stata la
lettura del nostro articolo.
Lo facciamo perché toccano una questione delicata e spinosa
quanto mai e di interesse generale dalla quale registriamo che i
più cercano disperatamente di scantonare.
>>
HERE OUR TEXTS IN ENGLISH (Attention: automatic translation not good quality!)
2 – United
States of America on the volcano's edge
NEGOTIATION-COMPROMISE IN EXTREMIS
OR TANKS-STATE OF SIEGE
3 – CAPITALISTIC
PANDEMIC, CAPITALISTIC THERAPY:
NO TO MANDATORY VACCINATION !
4 – Within the course
of the bitter struggle "for life or death" in the heart of world
capitalism
NOTES ON THE MILITIES OF SELF-DEFENSE AND THE PROCESS OF
GENERAL REDEMPTION OF THE COMMUNITY OF BLACK OPPRESSES IN THE UNITED
STATES OF AMERICA
UNITED STATES OF AMERICA ON THE VOLCANO’S EDGE
Scritto e motivato per tempo:
“l’impensabile” può accadere,
l’insediamento-incoronazione del tandem
“vincente” Biden/Harris può saltare per
aria. Facendo tremare il mondo. Abbiamo appunto scritto il 20 di
dicembre (nell’indifferenza generale in Italia ma
non fra i compagni americani e questo ci rincuora e ci
infonde energia). Può, ma non
è ancora (al momento) accaduto. Siamo vicini al
punto catastrofico di rottura ma riteniamo ancora che margini di
compromesso in extremis siano recuperabili nella prova di forza in atto
fra le due frazioni della borghesia americana.
Scriviamo a caldo, l’azione è nel vivo.
>>
Il governo italiano, come quelli di tutto il mondo o quasi, ha iniziato
il programma di vaccinazione di massa che dovrebbe essere risolutivo
intanto per contenere e poi per debellare l’epidemia
coronavirus. Per avere effetto esso deve essere somministrato alle
masse, possibilmente con le buone ma se occorre con le cattive. Tutte
le Istituzioni e le Autorità di questo mondo
– politiche, “scientifiche”,
religiose – sono impegnate a spiegarne le buone e
inoppugnabili ragioni prima di impiegare mezzi coercitivi al fine di
proteggere, così tutti quanti ci dicono, il bene collettivo
della società, per il suo interesse generale.
Che è poi, secondo noi, quel generale
famoso per aver perso tutte le guerre.
>>
Onoriamo la memoria di Gora
Gassama,
ultimo proletario caduto, ricordando le lotte dei braccianti italiani
di ieri.
Non dimentichiamo la nostra storia e le sue lezioni!
.
>>
/p>
Ancora una volta la stessa tragica storia si ripete. Un bracciante, Gora Gassama africano del Senegal, è stato travolto e ucciso mentre tornava dal lavoro in bicicletta. I proletari immigrati della zona hanno reagito spontaneamente con lo sciopero, dando ancora una volta una lezione di schiena dritta, di disperato orgoglio e di dignità di classe ed umana. >>
Dal voto del 3 novembre
all’investitura
ufficiale
del 14
dicembre, il passaggio di consegne fra Trump e il tandem
“vincente” Biden/Harris si rivela assai accidentato
data la imprevista capacità di resistenza a mollare
l’osso dimostrata dallo “sconfitto”
Trump. Passaggio addirittura ancora aperto a svolte
“impensabili”.
Trump sostiene che persino le anime dei morti sono state mobilitate,
tutte per votargli contro e ha incaricato il mastino Rudolph Giuliani
di provarlo davanti ai giudici. Non ci caverà un ragno dal
buco ma la guerriglia legale gli è utile come mezzo di
pressione per trattare condizioni e alzare il prezzo del trapasso
politico in una feroce lotta per il potere tutt’altro che
solo elettorale e solo americana.
>>
Alla
fine, dopo una estenuante battaglia di carte, sembra aver
prevalso la Forza della frazione
liberal-“progressista”
della borghesia americana e, di riflesso, tutto il fronte united
colors of capitalism della borghesia occidentale.
>>
DENTRO IL CORSO DELL’ASPRA LOTTA “PER LA VITA O PER LA MORTE” NEL CUORE DEL CAPITALISMO MONDIALE
Il 4 luglio 2020 al Confederate Memorial di Stone Mountain, Georgia nella ricorrenza della dichiarazione di indipendenza delle 13 colonie americane dalla madre patria britannica avvenuta il 4 luglio 1776, un distaccamento della comunità nera americana ha voluto celebrare a modo suo la storica data: alcune centinaia di miliziani neri, avanguardie della “colonia interna” sono sfilati inquadrati ed in armi per ricordare che la comunità degli oppressi neri non ha nulla da sparire con quella storica ricorrenza, che non si sente parte dell’AmeriKKKa e che la sua propria liberazione è ancora tutta da conquistare. Attraverso la sua propria auto-organizzazione, attraverso la messa in campo di una sua propria Forza di auto-difesa anche armata e separata “dai bianchi” vale a dire separata anche dal proletariato bianco. >>
Italia: corsa contro il tempo per l’instaurazione di un “governo forte”
Punto fermo di ordine generale da cui partiamo: la necessità imprescindibile per la borghesia italiana di dotarsi di un centro di comando politico cui affidare il governo nominale del potere in grado di gestire le feroci necessità dettate dal cataclisma mondiale in atto, mantenendo il controllo politico sulla società. Un governo autorevole e autoritario capace di imporre e difendere l’ordine borghese e capitalistico col massimo di consenso “popolare” e “democratico” possibile. I ritmi e i tempi per arrivare a tale imprescindibile obiettivo politico (pena la stessa tenuta unitaria dello Stato di Roma) dipendono in particolare da due fattori interconnessi: i tempi di precipitazione della crisi sociale interna (sino ad ora “magistralmente” governata dalla borghesia) e quelli della crisi e delle tensioni esplosive a tutti i livelli sul piano internazionale. >>
Italia: in tema di baloccamenti elettorali prima della tempesta in arrivo
Abbiamo avuto un moto di approvazione e di contentezza quando abbiamo ricevuto dai nostri amici “trotskisti” di Socialismo-Classe-Rivoluzione la loro presa di posizione circa il prossimo referendum sul taglio dei parlamentari che ha un titolo ben azzeccato: “Referendum, una farsa a cui diciamo no”. Ben detto! abbiamo ingenuamente pensato. Ma lo stato di grazia è durato un attimo, il tempo di passare dal titolo azzeccato allo svolgimento del tema, per trasformarsi subito in un moto di corpo. Perché il “dire no” significa, nel senso inteso da questi nostri amici democratici di estrema sinistra, andare a votare e votare No al referendum-farsa, e indicare ai proletari di prestarsi a questa farsa. >>
Quale
è il posizionamento del comunismo rivoluzionario di cui siamo
portavoce rispetto al vasto movimento popolare sceso in campo in
Bielorussia
convocato e diretto dalle forze dell’opposizione
liberal-democratica con l’obiettivo di scardinare
l’ordine politico costituito di quel paese imperniato attorno
al “tiranno” Lukashenko in carica da 26 anni e
riconfermato dal voto plebiscitario del 9 agosto?
Posto che non ci sogniamo di questionare sulla vera o falsa
“legittimità democratica” del voto stesso.
>>
L’Unione Sacra destra-centro-sinistra rifinanzia i crediti di guerra. Nel silenzio assoluto.
Nello
scorso mese
di
luglio il
Parlamento è
stato
chiamato “a discutere” e ad esprimersi come vuole
il sacro rito democratico su una materia non solo importante ma assolutamente
decisiva e vitale per il capitalismo italiano e per
la sopravvivenza stessa dello Stato di Roma in quanto organismo unitario:
si è trattato di “discutere” e di
approvare il rifinanziamento delle missioni italiane
all’estero. La cappa di imbarazzato e imbarazzante silenzio
imposta sul fatto ritual-istituzionale dice proprio del carattere
decisivo e vitale della materia in questione.
Un’incombenza formale dato che il notevole dispiegamento di
Forza di cui si tratta (41 missioni per oltre 8.600 militari impegnati)
nell’ambito del dispositivo armato
dell’imperialismo democratico occidentale non può
essere, nel presente frangente di crisi catastrofica, minimamente messo
in discussione. La materia è vitale quindi fuori
discussione poiché da questo ingente impegno
economico/militare imperialista lo Stato di Roma può trarre
quelle risorse indispensabili per il suo “intervento
sociale” interno. I costi iscritti a bilancio ed approvati
per la partecipazione al dispositivo militare imperialista democratico
sono perciò investimenti assolutamente necessari,
ovviamente dal punto di vista del capitalismo.
>>
Riceviamo e ri-trasmettiamo il comunicato del Si Cobas e del Csa Vittoria sull’ennesimo attacco molto violento avvenuto nella notte per spezzare la schiena dei lavoratori in sciopero. >>
La Forza della Rivoluzione “anonima e tremenda” vive e pulsa!
La rivolta di una parte dei nostri fratelli di classe senza-riserve statunitensi innescata dall’assassinio di George Floyd è una azione di combattimento sociale e di massa di assoluta importanza e valenza nel quadro di una lotta, di un combattimento per la vita o per la morte che la marea proletaria e dei senza-riserve del mondo intero è chiamata a condurre, ed in effetti già si svolge, sul piano internazionale. Dentro alla catastrofe capitalistica di cui l’emergenza sanitaria Covid 19 è stato solo elemento detonatore e precipitatore (del punto di rottura storico che si è prodotto e delle enormi implicazioni del cataclisma in atto daremo conto a brevissimo su queste pagine). >>
1.UN VIRUS AL DI SOPRA
DI OGNI SOSPETTO
2. COMPAGNI ANARCHICI
CINESI AI QUALI FRATERNAMENTE, DA MARXISTI, TENDIAMO LA MANO
3. ANCORA SUL FOCOLAIO
VIRALE CONTRORIVOLUZIONARIO DI HONG KONG
>>
Degrado sociale ed umano, “white trash”, Bibbiano e citofoni…
La denuncia espressa da Viola Carofalo che ha preso spunto dal provocatorio episodio della citofonata salviniana volto a ribadire fra la gente la ricetta di “ordine e polizia” (oltreché al fine contingente e miserabile di ogni politicante borghese cioè il raccatto di consenso elettorale) solleva la questione della necessaria reazione alla condizione di generale degrado sociale ed umano di cui è vittima un consistente settore della “nostra gente”, della nostra classe. Accogliamo in pieno la sollecitazione di Viola e intanto la pubblichiamo e la segnaliamo all’attenzione di tutti i compagni, qualora fosse sfuggita. Dicendo un paio di cose nostre sulla “tematica” e soprattutto tirando fuori dallo scaffale cose dell’altro ieri, a nostro avviso utili per chiarire quale sia “la loro morale e la nostra”. Cosa che a noi pare indispensabile se per davvero si vuole invertire e farla finita con l’attuale andazzo cioè il girarsi dall’altra parte e il far finta di non vedere le patologie che affliggono la condizione proletaria, posto che esso attuale andazzo non ci stia effettivamente per niente bene. >>
LIBIA: LA LINGUA BATTE DOVE IL DENTE DUOLE
A
piena
voce lo
diciamo
nella cornetta
acustica di
chi sembra
non
sentire e capire, in realtà finge di non sentire e
capire.
Di chi pur denunciando il carattere brigantesco
della contesa attorno alla Libia (e ci vuole poco di fronte alla
sfacciata evidenza della lotta fra avvoltoi borghesi per la spartizione
della torta libica) e chiamando alla sacrosanta mobilitazione contro
gli impegni politici e militari presi dal “nostro
governo” (dai diversi
“nostri governi” succedutesi in linea di
continuità in fatto di
“politica estera”) lo fa imputando ad esso (ad
essi, diversi governi)
di non fare adeguatamente o addirittura di “tradire gli
autentici
interessi della nazione e del popolo italiani”.
Cari amici, è ora di mettere le carte in tavola. E di finirla
di menare
il can per l’aia: O nazione, O classe. Aut – Aut. O
interesse della
borghesia, O interesse del proletariato italiano ed internazionale. >>
Lì, periferia: Iran, Iraq, Siria… Qui: metropoli. Lotta a tutto campo contro l’imperialismo.
Abbiamo
letto il
volantino
fatto dai
compagni
dell’OCI
(organizzazione da cui ci separammo ormai 13 anni addietro)
sugli eventi scatenati dall’azione terroristica americana il
2 di gennaio. Si tratta di una presa di posizione netta, chiara,
diretta. La linea dello schieramento di classe (Qui
nella metropoli, Lì nella periferia) vi
è tracciata in maniera inequivocabile. Senza indugio lo
pubblichiamo e diffondiamo come “cosa nostra”.
In particolare segnaliamo all’attenzione dei nostri
“fedeli” la giusta attitudine del documento a
sottolineare e valorizzare i colpi inferti all’imperialismo
(che esso si sforza di occultare o minimizzare) ad opera dello Stato
borghese iraniano (a cui ne sono seguiti altri da parte di combattenti
irregolari iracheni, del tutto e non per caso silenziati dai media mainstream).
>>
“Sovranisti”, “autentici patrioti”
Abbiamo
ricordato
come la
Libia fosse e sia
ancora
per il
capitalismo italiano “il giardino di casa”. Uno
“spazio vitale” su cui mantenere e difendere la
propria sfera di influenza e potere pena, per lo Stato di
Roma, guai serissimi ad ogni livello dentro i suoi confini nazionali.
Tutte le ramificazioni politiche al servizio della borghesia italiana
riflettono e avvertono quanto sia delicata e vitale per “la
Patria” cioè per il capitalismo tricolore l’impresa
da briganti di difendere la fetta di torta libica insidiata
da una serie di altri briganti
“alleati”-concorrenti, vecchi e nuovi.
Qui vediamo brevemente come ciò si rifletta
nell’ambiente, nell’area politica
“sovranista”, “veramente
patriottica” nella quale superando gli steccati di
destra/sinistra si agitano, allo stato ancora larvale, un sacco di
forze e tendenze politiche tutte propaggini e serve della borghesia
italiana.
>>
Riceviamo
e
pubblichiamo
il documento dei
compagni di
Napoli:
"Chi invece non deve perdere tempo siamo noi!" è detto
giustissimamente. Con tutte le nostre forze, assai precarie,
rispondiamo: presente! Intanto sollecitiamo chi ci segue a diffondere
il documento della "Rete" partenopea.
Che nessuno si azzardi ad intendere questa chiamata allo schieramento
come accodamento ad uno qualsiasi dei campi borghesi che si confrontano
e che trattano al tempo stesso. Questa è una chiamata allo
schieramento DI CLASSE. Quello che manca tremendamente QUI IN OCCIDENTE
e che deve corrispondere alla sollevazione anti-imperialista delle
masse mediorientali, in una prospettiva unitaria. Not imperialist war
but one class international war!
Salutiamo altresì i NOSTRI FRATELLI DI CLASSE DEGLI STATI
UNITI D'AMERICA CHE SONO GIA' SCESI IN PIAZZA IN DECINE DI CITTA'
CONTRO QUESTA INFAME E MALEDETTA GUERRA DEL E PER IL CAPITALE.
8 gennaio 2020
>>
Mentre in queste ore cariche di tensione e di una rabbia enorme che ribolle nel campo degli oppressi in tutto il Medio Oriente (e ben oltre), un campo assolutamente pronto, SIA COME SIA, ad affrontare il combattimento contro il mostro imperialista democratico ed a infliggergli colpi durissimi qualora davvero si azzardasse a ripetere contro l’Iran lo scempio perpetrato in Iraq, in Libia, in Siria, circolano in rete ed abbiamo ricevuto cose vergognose che ritengono di spiegare da un punto di vista “rivoluzionario” e “veramente anti-imperialista” la drammatica escalation in corso con epicentro Iraq e Iran. >>
QUESTA BREVE NOTA SCRITTA PRIMA DEGLI ODIERNI AVVENIMENTI CIOE’ PRIMA DELL’UCCISIONE DEL CAPO MILITARE IRANIANO PER MANO AMERICANA NON HA BISOGNO DI ALCUNA RETTIFICA. COME IN ESSA VOGLIAMO SOTTOLINEARE, L’IMPERIALISMO DEMOCRATICO NON E’ AFFATTO INVINCIBILE. TUTT’ALTRO. >>
VERSO L’ESPLOSIONE DELLA POLVERIERA LIBICA? LA NOSTRA PRIMA CONSEGNA COMUNISTA E’:
Per il capitalismo italiano la Libia era ed è ancora spazio vitale, era ed è lebensraum. >>
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO/SEGNALAZIONI
Presentiamo due documenti che ci giungono dalla Francia, entrambi fatti dai compagni del “Groupe International de la Gauche Communiste”. La borghesia francese sta affrontando con estrema decisione lo scontro sociale in atto, ben preparata e decisa a sconfiggere il movimento di lotta puntando sull’esaurimento degli scioperi e sul non coinvolgimento nella lotta dei lavoratori del settore privato dove, come scrivono i compagni, entrare in sciopero “è diventato particolarmente difficile e i primi che vi si lanciano rischiano grosso, minacce, sanzioni, perdita di premi e avanzamenti fino al licenziamento, dati i metodi totalitari e repressivi del moderno management”. Soprattutto, essa borghesia, può contare sul “senso di responsabilità nazionale” delle direzioni sindacali che pur hanno convocato (hanno dovuto convocare) la lotta partita il 5 dicembre e che faranno di tutto, faranno cioè il loro mestiere, per evitare il débordement del movimento. >>
Non serve dire dell’importanza del movimento di lotta e rivolta sociale in atto in Francia, impegnato con rinnovato vigore a contrastare e battere in piazza il governo Macron, e in prospettiva a rovesciare in piazza il suo governo “dei ricchi”. Ben oltre i confini di Francia, la lotta di classe in corso è un esempio concreto ed una scarica di energia per tutto il proletariato internazionale. In particolare provvidenziale per noi, boccheggianti nella palude-Italia nelle cui acque stagne e melmose possono al momento sguazzare solo tinche e sardine (noi pensiamo che qui tutto precipiterà all’improvviso, e saranno dolori…). Non fosse che per il solo esempio di determinazione nella lotta che il proletariato francese ci sta dando (da un anno ci sta dando!) diciamo: Merci camarades, Merci proletari e fratelli di classe francesi! >>
Collegamento ad un breve video che dà conto del furore degli indios di El Alto in Bolivia
All’inizio
dell’anno la
prima e
principale
centrale
imperialista del capitalismo mondiale, quella nordamericana, è
stata
determinata a dichiarare e muovere apertamente la guerra di classe
contro le masse latinoamericane e per assicurarsi il totale controllo
sul continente, storico suo giardino di casa. All’assedio ed
alla
conseguente caduta del Venezuela bolivariano avrebbe dovuto seguire,
secondo la protervia dei piani apertamente dichiarati,
l’attacco al
Nicaragua, alla Bolivia di Evo Morales, infine al bersaglio grosso
Cuba. Tutti paesi renitenti da riportare sulla retta via della
“libertà
e della democrazia” vale a dire sotto il controllo politico
di
Washington e sotto la piena disponibilità di Wall Street.
Le cose non sono andate e non stanno andando esattamente secondo i
piani.
>>
Ritrasmettiamo
il
documento-video che mostra
un
momento
dell’operazione militare a tutti gli effetti dispiegata sul
suo territorio metropolitano dalla borghesia francese, in esecuzione al
dettato emanato dal governo Macron, suo comitato d’affari.
Data: 21 settembre 2019, atto 45 della rivolta sociale dei Gilet
jaunes. Luogo: Parigi, viale dei Campi elisi. “Il viale
più bello del mondo”, orgoglio e vanto della
borghesia francese.
>>
CORRISPONDENZE
Riceviamo dal compagno Alessio le densissime note sui disordini sociali in atto da mesi ad Hong Kong che qui pubblichiamo. Lui ci dice che sono “note confuse”, ma noi le giudichiamo di assoluto interesse e valore generale e per tale ragione le presentiamo all’attenzione di tutto il movimento di classe. >>
(Risposta
ai libertari di Hong Kong che stanno per...
”l’anarchia in un solo paese” anzi in una
sola oasi)
I troubles che stanno investendo il mostruoso
agglomerato di Hong Kong, paradiso per il business
e per i businessmen di ogni razza e colore, inferno
per i proletari e gli sfruttati, sono un fatto di grandissima rilevanza
e di grandissime implicazioni. Tanto per la borghesia che per il
Proletariato Internazionale. In primo luogo per il capitalismo cinese
che deve provare a soffocare con le buone e se necessario stroncare con
le cattive la sedizione “autonomistica” (impulsata
dai padrini
occidentali) di quella sua provincia che è uno dei centri
nevralgici
del capitale finanziario cinese ed internazionale.
I borghesi di Hong Kong, unitamente ai loro fratelli di classe
“continentali” cinesi e di ogni altra razza, in
questa zona franca
intrecciano i loro vorticosi affari e intendono continuare a svolgere
tale loro missione “autonomamente” cioè
senza che il governo cinese
pretenda di metterci il becco.
>>
Qui sotto riportiamo tre documenti tratti dal sito del SI-Cobas assai significativi del clima politico-sociale asfissiante presente e soprattutto di quello che ci si para davanti. Alla fine di questa breve nota diamo inoltre conto di un piccolo fatto, una bazzecola se vogliamo, ma altrettanto significativo del presente e per il prossimo futuro, avvenuto a Roma sabato 8 giugno durante la manifestazione nazionale Cgil-Cisl-Uil del pubblico impiego. Cioè nell’ambiente più innocuo (per la borghesia) di questo mondo. >>
IL VENEZUELA BOLIVARIANO SOTTO ASSEDIO
Il pronunciamento del 23 gennaio 2019 con il quale gli Stati Uniti d’America riconoscono l’autoproclamato Guaidò, loro pupazzo, come presidente del Venezuela ed intimano lo sfratto al governo bolivarista di Maduro è un passo di vasta ed enorme portata contro-rivoluzionaria. Titola il Wall Street Journal del 30 gennaio: “ U.S. push oust Venezuela’s Maduro marks first shot in plan to reshape Latin America”. First shot: primo colpo! La destituzione di Maduro o meglio la capitolazione del movimento chavista-bolivariano che da venti anni, dal 1999, gestisce il potere a Caracas è – vorrebbe essere – il primo colpo di un “reset” imperialista continentale, detto nel linguaggio del WSJ: “the opening of a new strategy to exert greater U.S. influence over Latin America”. Imposta la capitolazione al Venezuela bolivariano – possibilmente senza combattimento diretto, evitando la guerra civile e sociale apertamente dichiarata cioè attraverso l’immobilizzazione del “popolo rivoluzionario” chavista – si passerà alla resa dei conti con il fastidioso Nicaragua e soprattutto con la spina rappresentata da Cuba. Tale è l’agenda spavaldamente dichiarata dalla massima potenza mondiale imperialista e democratica. >>
I
MOTI
SEMI-INSURREZIONALI
DEI PROLETARI
NERI SONO LA
ISTINTIVA E VIOLENTA RISPOSTA DI CLASSE ALLA INIZIATIVA DELLA
CONTRO-RIVOLUZIONE
INDICANO LA VIA RIVOLUZIONARIA PER SPEZZARE L’ASSEDIO AL
VENEZUELA BOLIVARIANO
CORRISPONDENZE
Pubblichiamo il volantino fatto e distribuito alla manifestazione di Udine da un giovane compagno, nostro amico e lettore. Dopo ben 8 anni di “silenzio”, gli studenti, in 1.500, hanno attraversato in corteo la città esprimendo con ciò un senso di grande gioia e “liberazione” collettiva per aver spezzato, almeno per un momento, la situazione di apatia e passività nella quale si trovano (trovavano?) da lunghissimo tempo piombati. >>
Moussa
Ba,
senegalese di
28 anni, è
l'ultimo
schiavo
del ghetto
di San Ferdinando ucciso dal Capitale: lavorava come bracciante nei
campi della piana di Gioia Tauro e la sua baracca all'improvviso
è stata coinvolta da un incendio sviluppatosi a poca distanza.
E’ la fotocopia identica di quanto accaduto esattamente un
anno fa
nella stessa località, quando un altro incendio causò
la
morte di una proletaria nigeriana di 26 anni, Becky Moses.
In
solidarietà con la nuova vittima e i suoi compagni, lavoratori
immigrati, riproponiamo la lettura del nostro articolo pubblicato
l’11
febbraio 2018 “Braccianti immigrati: a otto anni dalla
rivolta di
Rosarno nulla è cambiato – Colpa della
“Testarda
cecità istituzionale? O c'è qualcosa
d'altro?”.
>>
Riproponiamo il nostro opuscolo
(in formato .pdf):
«A PROPOSITO DI FOIBE.
Destra e "sinistra" convergono anche su questo momento del "passato"...
Perché? E con quale scopo politico?»
UNGHERIA, POLONIA: ANCHE L’EST EUROPA SI MUOVE
Avvenimenti
di
grande
portata si stanno
producendo
all’Est, dalla Polonia all’Ungheria. Essi sono il
“pendant” in qualche modo di quelli che scuotono la
Francia (e di quelli che maturano nella disgraziata Italia). I
sommovimenti sociali dell’Est Europa scuotono paesi
“fiori all’occhiello” dei suini
“sovranisti” – l’arco
delle destre dal nazional-leghismo di Salvini fino ai neofascisti di
Casapaund per restare a quelli di casa nostra – i
quali presentano e vantano gli attuali governi
“patriottici” di Varsavia e Budapest come
alternativa non solo possibile e concreta, ma
“vincente” per gli interessi popolari rispetto al
tritacarne liberal-capitalista.
Potremmo dire ai suini “sovranisti” di casa nostra:
i vostri neri e puzzolenti “fiori
all’occhiello” si stanno appassendo. I fatti di
Polonia e Ungheria preannunciano che… la vostra
“pacchia” è finita. E non saranno i suini
alla Soros, che attualmente egemonizzano le piazze di opposizione a
Varsavia e Budapest, a spazzarvi via. Sarà il proletariato,
trascinato sulla scena come soggetto attivo e fulcro determinante dalla
dinamica storica dell’antagonismo di classe, a fare giustizia
di voi nelle vostre “roccaforti” polacche e
ungheresi!
>>
LATRANO CONTRO “IL DITTATORE” MADURO:
Dal
suo
covo ed
epicentro
mondiale,
l’imperialismo
democratico per bocca di Trump ha lanciato una dichiarazione di guerra
contro il Venezuela Bolivariano.
A seguire prontamente in scia, dalle due sponde
dell’Atlantico, la lunga fila bipartisan
di “paladini della libertà”, giù
giù fino ai cagnolini scodinzolanti alla Tusk, alla Salvini e
a tanti altri del genere (pagliacci sia
“sovranisti” che “mondialisti”,
si noti).
L’atto “legale”, formale, del
riconoscimento da parte nordamericana di tale Juan Guaidò,
pupazzo loro creatura autoproclamatosi
“presidente”, equivale infatti ad una dichiarazione
di guerra se, come sembra, a questo spudorato atto
di Forza non seguirà una resa senza
condizioni da parte del governo nazional-borghese bolivariano. Oppure,
soluzione più subdola proposta dai più accorti fra
gli imperialisti europei (e dal Vaticano) se non
seguirà un processo (comunque suicida per i
bolivaristi) di resa condizionata mascherata dietro a formule di
compromesso in extremis e di “dialogo fra le parti”.
>>
L’USB, LA COMMEDIA DELLA
“MANOVRA
DEL
POPOLO”
E IL SUO ESITO
Siamo davvero sicuri che il governo cornuto “di cambiamento” non abbia mantenuto “le promesse”? Noi non lo siamo affatto. Anzi, a nostro avviso, esso ha sostanzialmente mantenuto le sue promesse ed in particolare LA sua promessa essenziale, fondamentale, per la quale gli è stata appaltata, provvisoriamente ed in condizioni di emergenza, la gestione del potere. >>
Nel video per
lunghi tratti parla una donna. Una donna semplice, una donna comune
>>
ICI NOTRE INTRODUCTION A L'APPEL DES CAMARADES FRANÇAISES >>
Quali
scopi sono
nascosti
dietro il gran
battage
attorno alla
vicenda della squallida figura di Cesare Battisti?
Due,
a nostro avviso, sono gli obiettivi di fondo perseguiti dalla regia
borghese con la messa in scena di questa “campagna”.
Anzi, due più uno “di dettaglio.
>>
Riceviamo e ritrasmettiamo A TUTTI il seguente appello (qui in calce, in diverse lingue anche in italiano) lanciato dai compagni francesi che da due mesi hanno accettato la sfida, in condizioni generali obiettive di partenza sfavorevolissime, e stanno vigorosamente lottando al fianco della rivolta sociale dei gilet gialli contro il capitalismo francese. Contro il suo stato, il suo governo, le sue polizie. Il prezzo pagato è già molto alto. Soprattutto per chi, come questi compagni, “non ha santi in paradiso”; per chi è fuori dai giochi, dagli intrallazzi e dai condizionamenti magari sotterranei con i poteri istituzionali borghesi. >>
Riceviamo
e con
la massima
urgenza
pubblichiamo il
comunicato
dei compagni del C.S. Vittoria di Milano nel quale si denunciano le
pesanti condanne comminate dal tribunale dello Stato democratico al
responsabile del SI-Cobas e a due militanti del
“Vittoria”, rei confessi d’aver praticato
e di praticare una coerente lotta di classe.
Come scrive il “Vittoria” questo è un
pesante avvertimento, un pesante “monito preventivo
contro chi prova ad essere realmente opposizione di classe ben
al di fuori dal teatrino della politica istituzionale”.
La mano pesante applicata dal tribunale della Repubblica democratica si
inquadra in un contesto sociale e politico assai delicato in Italia ed
in Europa
>>
GILET GIALLI: OPPOSIZIONE IN FRANCIA
E AL GOVERNO IN
ITALIA?
Dunque,
dunque….
Siamo tirati a
cimento dal
servo
del capitalismo italiano, il fanfarone Di Maio vice premier di governo,
quello che con la “manovra del popolo” si prefigge
di “abolire la povertà” o qualcosa del
(fanfaronesco appunto) genere, a proposito dei Gilet gialli di Francia
la cui lotta – dopo due mesi di battaglie di
piazza – il Movimento 5 stelle dichiara di sostenere
e verso cui tende il suo sostegno organizzativo oltreché
politico.
Gran scalpore; guazzabuglio e polemiche fra le opposte bande politiche
di servi della borghesia; tensioni diplomatiche con la Francia che
denuncia l’intrusione “negli affari
interni”…
>>
In
contemporanea con il IV atto della protesta dei gilet francesi, sabato
8 dicembre circa 1.500 gilet belgi hanno manifestato davanti al
Parlamento di Bruxelles chiedendo le dimissioni del primo ministro: 400
arresti!
Qui c’è un breve video di
3.38 minuti su alcuni
momenti della giornata di lotta (YouTube Belgian protesters call for
resignation of pm). In particolare si os- servi bene, e ci si
fic- chi per bene in testa, le scene dal minuto 2.10 del video.
Lavoratori messi a terra in fila e amma- nettati. Parlano in francese,
in
fiammingo, ma si comprende benissimo il senso: è la
democrazia, è lo Stato democratico all’opera! Per
giunta non di fronte ad una minaccia di rivoluzione proletaria
– che non c’è e non è
nemmeno dietro l’angolo – ma
“solamente” per contenere e sedare una rivolta
sociale di gente (la nostra gente!) che non ne può
più, che ne ha, come abbiamo scritto, pieni i coglioni. >>
Nel
movimento di
autentica
rivolta popolare
che come
goccia
che ha fatto traboccare il vaso è stato innescato
dall’imposizione della tassa “ecologica”
sul diesel (ennesima tassa: “per il governo siamo
come delle vacche da mungere” si dice fra chi
fatica ad arrivare a fine mese e ne ha davvero piene le scatole e
dunque, vivaddio, si ribella all’insopportabile stato delle
cose) c’è, per il momento, una prima data
“spartiacque” che marchiamo nella nostra cronaca
politica: il 17 di novembre 2018.
Prima di tale data, il movimento partito
dall’iniziativa di alcune donne (fra cui una di colore,
capirete subito più oltre il senso della puntualizzazione) che
si sono messe a spulciare fra la gragnola di bollette e di relativi
aumenti constatando e denunciando che “c’è
qualcosa che non va” nell’andazzo delle cose
“governato dai ricchi” e personificato
dall’odiosa figura del presidente Macron che si tratta di
cacciare via, prima di tale data dicevamo, il movimento è
stato osservato e marchiato con un misto di supponenza e disprezzo
dalla borghesia (dai maitre-à-penser al suo servizio). Un
movimento che non è, e non può essere altro, dice la
borghesia “illuminata” e
“progressista”, che brodo di coltura di massa per
la demagogia social-nazionale della Le Pen e delle altre correnti
dell’estrema destra. Come il signorotto sapiente, civile,
lungimirante che dall’alto guarda in basso lo spregevole e
puzzolente popolaccio, rozzo e ignorante al punto di fregarsene dei
destini ecologici del mondo ma di badare solo, volgarmente, ai destini
delle sue tasche sempre più vuote e ai bassi istinti dettati
dal suo stomaco.
>>
Aufstehen !,
“Alzarsi!”,
è il nome del “movimento” politico (guai a
parlare di partito…) lanciato dalla
minoranza della Linke, capeggiata dal duo
Wagenknecht/Lafontaine, che contesta la linea
– ritenuta obsoleta – della
maggioranza, che condannerebbe il partito alla marginalità
politica, mentre i promotori di Aufstehen confidano
di rilanciare l’intera sinistra tedesca (non solo la Linke,
ma anche la Spd e i Verdi) con un “opportuna rimessa a
nuovo” di idee e programmi.
La spaccatura è esplosa drammaticamente al congresso della Linke
dello scorso giugno, dove la tensione è salita alle stelle sul
tema dell’immigrazione, paventandosi lo scenario di una
scissione, a tutt’oggi non consumata.
All’origine della divaricazione i consensi guadagnati dalla
destra di Alternative fur Detschland nei bacini
elettorali di radicamento della Linke, a cominciare
dagli storici insediamenti nei Lander
dell’Est, e la verifica che il tema-chiave sul quale la
destra nazionalista guadagna terreno è quello
dell’immigrazione. La minoranza contesta agli
“internazionalisti” (così è del
tutto impropriamente etichettata la maggioranza) la politica delle
frontiere aperte e dell’accoglienza incondizionata.
>>
I POTERI CAPITALISTICI USANO I FLUSSI MIGRATORI COME GRAPPOLI DI BOMBE SCAGLIATI DENTRO IL CAMPO DEL PROLETARIATO INTERNAZIONALE, AL DI QUA E AL DI LA’ DEL MEDITERRANEO. LIBERALS-PROGRESSISTI (PRO “ACCO- GLIENZA”) E SOVRANISTI (PRO “CHIUSURA”) NE SONO STRUMENTI E SERVI
No
alla
carità!
Nessuna accoglienza per i businessmen bianchi!
Espulsione dei loro lacchè neri!
SOSTEGNI “CRITICI” DA ESTREMA DESTRA E ESTREMA SINISTRA AL GOVERNO “DI CAMBIAMENTO”
(IN MARGINE AD UNA CONFERENZA PER “UN GOVERNO COSTITUZIONALE DI SALUTE PUBBLICA E UN NUOVO C.L.N.”)
La
corrente
politica
“sovranista
di
sinistra” o
“proletaria-patriottica” di cui in Italia
è stata battistrada la pattuglia del Campo Antimperialista
(ora raccolta in una cosa denominata “Programma
101”) è in pieno fermento, specie dopo
l’esito tellurico sul piano politico-istituzionale delle
elezioni del 4 marzo. Nel suo flusso si sono di recente pienamente
immessi, fra gli altri, gli ultrastalinisti e superpartigiani dei Carc.
Promossa da questa corrente, si è tenuta a Roma il 16 di
giugno una conferenza “per un governo costituente di salute
pubblica e per un nuovo CLN”. Un nuovo Comitato di
Liberazione Nazionale, dato che il problema centrale ed esiziale sul
tappeto è di “liberare la Nazione”,
liberare la Patria dai vincoli e dai ceppi a cui è soggiogata
dai poteri oligarchici europei ed atlantici che ne impediscono un sano
e progressivo sviluppo e da cui derivano i patimenti “del
popolo” italiano.
>>
Due
documenti del
Sindacato USA.
Un avvertimento preliminare ai lettori! Le posizioni dei due documenti
che presentiamo non sono tipiche dei sindacati USA, ma sono le stesse
dei sindacati socialimperialisti europei: l'unica differenza sta nel
fatto che, anche tenendo conto della mancanza di una organizzazione di
classe e del fatto che la classe operaia americana è stata
colpita più duramente di quella europea, le dichiarazioni dei
sindacati USA sono più esplicite e non ammantate dalla
squallida
ipocrisia dei sindacati nostrani ed europei.
>>
Riceviamo
e
pubblichiamo
questo contributo
di un
compagno in
merito al
volantino di convocazione della manifestazione dell'U.S.B. Del 16
giugno a
seguito dell'assassinio di un immigrato sindacalista dell'U.S.B.
Le posizioni qui espresse sono sulla stessa linea di quelle che si
possono trovare nel nostro articolo
“...L'U.S.B. ringrazia il Presidente della Camera per
l’attenzione dimostrata” !
23 giugno 2018
>>
(Contropiano,
la
“linea
rossa”
varcata da
Giulietto Chiesa
e il 22 giugno 1941, “data fatale”)
I compagni di Contropiano/Rete dei comunisti trovano e denunciano che la partecipazione del buon Giulietto Chiesa all’evento organizzato da Casapound a Roma per il 22 di giugno (conferenza sul tema “Putin contro Putin”) con la presenza, fra gli altri, di uno dei massimi guru della corrente politica “di blocco eurasiatico” antiamericano, il russo Alexandr Dugin, sancisca la “svolta a destra” del noto giornalista e uomo politico. Con questa partecipazione, con questo avallo, Giulietto Chiesa, scrive Contropiano, “attraversa definitivamente una sorta di linea rossa”, contribuisce ulteriormente allo “sdoganamento dei fascisti”, con ciò “facendo un ulteriore danno a questo paese”. (dal sito Contropiano 8/6/18: “Svoltando a destra con la scusa di Putin. Giulietto Chiesa rompe gli in-Dugin”) >>
MENTRE CI ADDENTRIAMO IN UNA TORBIDA FASE DELLA CRISI POLITICO-ISTITUZIONALE APERTA DOPO IL 4 MARZO…
Il
bracciante
Soumaila
Sacko, giovane
africano del
Mali di 29
anni, attivista sindacale dell’USB è stato
assassinato nella zona di Rosarno colpito dai proiettili di un cecchino
appostato alla distanza di un centinaio di metri. Altri due braccianti
immigrati sono stati feriti dalla serie di colpi. E’ un
altro, ennesimo, episodio criminale perpetrato ai danni e sul corpo del
proletariato immigrato sulla cui forza-lavoro supersfruttata si reggono
i margini competitivi delle produzioni agricole di
quell’area.
Rosarno, ancora una volta Rosarno, a dieci anni dalla rivolta! A dieci
o non sappiamo quanti anni dalla celebrazione nazionale del 1°
maggio, un rito che si mise in scena proprio lì a Rosarno in
seguito alla rivolta da Cgil-Cisl-Uil affinché nulla cambi.
Abbiamo cercato – bene o male –
di spiegare il motivo di una tale atroce situazione, di una tale atroce
beffa ricordando la morte di una proletaria nigeriana avvenuta, sempre
in quella piana, nel febbraio di quest’anno. (vedi
qui)
Esprimiamo la nostra vicinanza e solidarietà di
classe ai compagni dell’USB e attraverso loro a tutti i
proletari immigrati schiacciati dalla violenza capitalistica la quale
si esercita non solo attraverso l’attacco armato, la
spedizione squadristica contro i braccianti ma che si esprime
quotidianamente, anche senza l’aperto spargimento di sangue
proletario, nelle “normali”, e perfettamente
legali, condizioni di vita e di lavoro cui essi sono costretti e
sottoposti.
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Riceviamo,
condividiamo e
pubblichiamo un
intervento
del
Comitato permanente contro le guerre e il razzismo di Marghera in
occasione del presidio organizzato dal Comitato del
Nord
Est Fermiamo le ruote dell'occupazione, per
protestare contro la partenza del Giro d'Italia 2018 da Israele.
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Il bombardamento aereo sulla Siria del 14 aprile è un’ulteriore passo nel confronto tra “fronte atlantista” e “asse della resistenza” con la Russia in testa. Mai come in questa occasione si è andati tanto vicino al confronto militare diretto, sventato mirabilmente dalla potenza delle armi e dalla diplomazia russe. >>
“Una cosa sacrosanta per l’interesse
italiano”. Con queste parole il
premier Gentiloni ha annunciato il dispiegamento in Niger di circa 500
soldati italiani che unitamente alla forza armata di altri briganti
(Germania, Spagna) affiancheranno le truppe francesi già
presenti (4.000 militari schierati sul terreno dal 2012) a presidio
degli interessi imperialisti nella zona del Sahel, in una operazione
che gli analisti militari definiscono inoltre come “test per
le
capacità della tanto sbandierata difesa europea”.
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I comunisti sono in campo contro le politiche dei governi occidentali volte a criminalizzare e respingere i lavoratori delle periferie del mondo costretti ad emigrare verso i paesi più ricchi. Al contempo nulla è più distante dalla battaglia di classe del buonismo umanitario di pseudo-“sinistra" che non mette realmente in discussione né promuove la lotta contro il sistema che produce l’immigrazione, omettendo e negando il terreno della solidarietà e dell’unificazione di classe tra lavoratori italiani e immigrati, in quanto non confacente e anzi contrapposto alla propria visione di sostanziale conservazione dell’ordine borghese. Queste “anime belle” preferiscono inanellare un florilegio di fesserie che eludono la realtà non fornendo alcun contributo utile per contrastare l’ostilità verso gli immigrati e la divisione tra lavoratori, laddove i proletari italiani impattano con la realtà stringente dell’immigrazione, e, di fronte ai ragionamenti campati in aria sull’accoglienza e quant’altro, finiscono piuttosto per prestare ascolto a chi del fronte avverso e con i piedi piantati per terra fomenta il razzismo. >>
volumi disponibili, via via in aggiornamento...
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