nucleo comunista internazionalista
note



Gilet gialli: opposizione in Francia e al governo in Italia?

LA NOSTRA RISPOSTA
AL FANFARONE DEL GOVERNO
“DI CAMBIAMENTO”

Dunque, dunque…. Siamo tirati a cimento dal servo del capitalismo italiano, il fanfarone Di Maio vice premier di governo, quello che con la “manovra del popolo” si prefigge di “abolire la povertà” o qualcosa del (fanfaronesco appunto) genere, a proposito dei Gilet gialli di Francia la cui lotta – dopo due mesi di battaglie di piazza – il Movimento 5 stelle dichiara di sostenere e verso cui tende il suo sostegno organizzativo oltreché politico.

Gran scalpore; guazzabuglio e polemiche fra le opposte bande politiche di servi della borghesia; tensioni diplomatiche con la Francia che denuncia l’intrusione “negli affari interni”…

I nervi che Di Maio, Di Battista rientrato fresco dal soggiorno – peone fra i peones, come qualcuno ha detto – in Centroamerica, Casaleggio & Company, toccano vanno oltre al superficiale orizzonte immediato che muove l’iniziativa di questo partito (come quelle degli altri del resto) ossia il miglior posizionamento in vista delle prossime elezioni europee dove si tratta di rastrellare più voti, “più consensi” possibile. Indossando pure, se serve, il giallo gilet sopra la giacca e cravatta da ministri della Repubblica.

L’iniziativa politica, l’attacco politico di questo tentacolo (il tentacolo M5stelle) della controrivoluzione e della conservazione borghese sono diretti più in profondità, vanno oltre i calcoli di successo alla prossima competizione elettorale. Tirati a cimento, dobbiamo quindi rispondere lasciando completamente da parte questo stupido e banale livello. Andiamo invece al sodo, al succo velenoso di questa iniziativa politica.

Il servo del capitalismo italiano (in breve: della Patria, se volete) e fanfarone Di Maio, insieme all’altro socio di governo, il servo del capitalismo italiano e fanfarone Salvini – inciso: che si è guadagnata la patente di rispettabilità negli ambienti che contano celebrando il rito del viaggio in Israele dove ha omaggiato (come ogni governante che si rispetti è tenuto a fare) quella Grande Democrazia ed ha iscritto Hezbollah nella lista nera delle forze terroriste, chiuso l’inciso – ebbene questi due servi e fanfaroni di governo hanno dichiarato il loro sostegno alla “causa del popolo” portata avanti dai gilet francesi CON UNA PRECISAZIONE FONDAMENTALE. Che del movimento popolare francese si approva e si sostiene tutto TRANNE IL RICORSO ALLA VIOLENZA a cui qualche “frangia infiltrata” si è abbandonata e che lede l’onorabilità, diciamo così, di quella lotta “antiglobalista”.

ALT! Egregi Signori ALT!

Se la rivolta sociale dei gilet francesi è stata in grado di costringere il governo Macron al ritiro della serie di tasse che contava di imporre ed a strappare anzi significative concessioni in fatto di aumento di salari e di pensioni minimi (una vera e propria “manovra del popolo” approntata in fretta e furia pur di sgomberare le piazze, ricorrendo ovviamente al debito) ciò E’ STATO GRAZIE AL RICORSO ALLA FORZA ED ALLA VIOLENZA DI CLASSE DA PARTE DI UNA MASSA POPOLARE E PROLETARIA CAPACE DI CONTRASTARE, CON ESEMPLARE DETERMINAZIONE, LA FORZA E LA VIOLENZA DELLO STATO BORGHESE (E DEMOCRATICO). CAPACE DI DIFENDENDERSI E DI PASSARE ALL’ATTACCO. CAPACE DI INFLIGGERE DEI COLPI NON DI POCO CONTO AL CUORE, CIOE’ ALLE TASCHE, DELLA BORGHESIA. Come abbiamo registrato, rivendicato e valorizzato su queste pagine!

Mentre scriviamo oltre 200 “implicati nella lotta” sono imprigionati nelle galere francesi. La forza e la violenza applicate massicciamente, in questi due mesi di lotta, da parte delle forze dell’ordine (ordine assolutamente democratico, ci mancherebbe altro) hanno provocato migliaia di feriti, i quali portano sui loro corpi i segni del matraque e delle flash-ball sparate a volontà sulla gente. Gente – lupi e non gregge di pecore – che però non ha desistito, e che si ostina tutt’ora a non sgomberare le piazze.

Forza e Violenza di classe contro la concentrazione di Forza e Violenza da parte borghese: chiaro il discorso no? Toglietele e negatele ed avrete castrato ed istituzionalizzato il movimento che è lo scopo a cui contribuisce e si prefigge l’iniziativa politica del tandem di fanfaroni “sovranisti” di governo italiani nel mentre tende la mano “in solidarietà” ai gilet francesi. L’esperienza di questi servi del capitalismo è preziosissima e travalica le frontiere a beneficio del mantenimento dell’ordine borghese, non strillino “all’intrusione negli affari interni” i ministri del governo francese.

Erano “affari interni” anche della borghesia francese quando essa ha contribuito a detronizzare Berlusconi dal governo nel novembre 2011. Sono “affari interni” anche della borghesia italiana quelli di contribuire a sedare ed a istituzionalizzare la rivolta sociale in atto in Francia.

E’ un’esperienza preziosa per la borghesia (export made in Italy pure questo) quella del tandem di “sovranisti” fanfaroni che sortisce dal raffinatissimo “laboratorio politico” dello Stato di Roma. In Italia, per il momento, non c’è bisogno di castrare nessuno. Basta il metadone iniettato nella società con “la manovra del popolo” (definizione esattissima usata dalla camerata-democratica Giorgia Meloni) e qualche strizzata d’occhio a sinistra di un Fico qualsiasi, per mantenere piuttosto egregiamente il controllo sociale. Non durerà a lungo, la borghesia lo sa benissimo. Ed ha il terrore che l’esempio della rivolta sociale – brutta, sporca e cattiva  – dei gilet possa divenire contagioso e che dunque per tempo vada ricondotta alla ragione, castrata, istituzionalizzata. Arte di cui sono senz’altro maestri quelli dei 5 stelle.

Forza e Violenza il discorso è chiaro, ma ci fermiamo apposta ancora su.

Per otto sabati di fila la massa popolare e proletaria dei gilet ha occupato con la Forza svincoli stradali, piazze, in tutta la Francia; si è presa “militarmente” i Campi Elisi a Parigi, il cui splendore borghese non avrebbe mai dovuto essere violato secondo le disposizioni governative. Con la Forza ha imposto e decretato, sabato 8 dicembre, la chiusura delle prestigiose e immense gallerie Printemps e Lafayette nel cuore commerciale della capitale. Ha costretto il governo democratico di Francia a schierare i blindati nella capitale, sempre il sabato 8 dicembre, gli stessi blindati utilizzati dall’imperialismo francese nelle sue “missioni di pace” all’estero. (Tutte cose che abbiamo già detto e che apposta ripetiamo testualmente perché, ci pare, che molti anche fra i sinceri amici della rivolta sociale in atto non valutino e non valorizzino a dovere la portata di questi fatti)

A proposito di “missioni di pace” all’estero: ma il tandem Di Maio/Salvini non si era per caso opposto e astenuto (la Lega) nel voto sul finanziamento delle “missioni di pace” dell’imperialismo italiano quando svolgevano il loro compito di servi della Patria dai banchi dell’opposizione? Ora che servite il capitalismo dai banchi del governo “sovranista”, egregi signori Di Maio/Salvini, cosa ne volete fare delle “nostre” missioni in Niger, in Libia, nei paesi baltici ecc. ecc.? Appunto… poiché siete soltanto dei servi del capitale. E fanfaroni, poiché in tanto potete alzare la cresta “contro l’Europa dei burocrati” ecc. in quanto avete le spalle coperte, finché non cambia il vento, dalla potenza di fuoco (dei dollari) dei Trump e dei Bannon (“faccendiere mandato in Europa dalla Cia” come da definizione scritta sulla prima pagina de Il Giornale). “Sovranisti” di governo, con le spalle coperte dal super-imperialismo Usa, che si offrono in sponda e sostegno alla rivolta sociale di Francia: quale subdola menzogna, quale raffinata manovra!

Riassumiamola così: un governo “sovranista” che indossa il gilet allo scopo – prioritario compito “da contratto” con la borghesia (il contratto vero, quello non scritto né vidimato da alcun notaio) – di scongiurare e prevenire il manifestarsi nelle piazze italiane di una rivolta sociale analoga a quella dei gilet francesi. Un governo “sovranista” che affetta “solidarietà” alla rivolta francese nel mentre, nella sua pratica di governo coi “decreti sicurezza” appena varati, trasforma i blocchi stradali in reati penali punibili con la reclusione fino a 6 anni (12 per gli organizzatori). Cioè, se qualcuno in Italia si azzardasse a seguire realmente l’esempio francese, mettendo in pratica quella forma di lotta attuata dai gilet francesi, sarà passibile di finire in galera. Secondo la legge varata dagli “amici dei gilet” al governo in Italia. Ah, già! che bisogno c’è per i proletari italiani di ricorrere a quelle forme di lotta (e alla lotta in generale), di ricorrere all’uso della Forza di classe se, grazie alle elezioni, hanno la fortuna d’avere e di essere serviti dal gilettista “governo del popolo”?

Noi NON diciamo affatto: “Di Maio/Salvini, giù le mani dai gilet gialli”. In quel movimento – brutto, sporco e cattivo;– vi è una lotta politica in corso, come naturale in qualsiasi movimento sociale. Il nostro indirizzo, la nostra posizione politica rivoluzionaria di classe, tutt’altro che “spontaneamente” accettata dalla massa popolare e proletaria in rivolta, vi entra invece ed è presente da postazioni larghissimamente minoritarie. Al contrario la sponda politica “offerta” ai gilet dai sovranisti di governo italiani, volta intanto a castrare la protesta ed a darle uno sbocco politico istituzionale, può trovare certamente ampia e spontanea udienza all’interno del movimento di rivolta. La situazione è aperta.

La chiave di volta della situazione è nelle mani della parte decisiva della classe operaia, sino ad ora restata alla finestra grazie ANCHE all’impegno dei cani pastori politico-sindacali suoi rappresentanti ufficiali (i quali fanno nient’altro che il loro lavoro di tutori dell’ordine borghese all’interno della classe). Dalla scesa in campo o no, della classe operaia organizzata dipenderà la direzione che il movimento dei gilet potrà prendere: deriva di “riforma sociale” borghese o passo innanzi verso la rottura rivoluzionaria dello stato delle cose borghesi. (E mettiamo già in conto che ci sarà la fila a sputacchiare in faccia alla classe operaia posta oggi innanzi, senza alcuna preparazione di nessun tipo, ad un delicatissimo e difficilissimo “dilemma”)

Per farla breve, i servi e fanfaroni Di Maio e Salvini facciano il loro sporco lavoro controrivoluzionario a beneficio della conservazione borghese in Italia quanto in Francia. Noi facciamo il nostro, e vediamo chi avrà più filo da tessere.

In fede: “la rivoluzione proletaria si rialzerà, anonima e tremenda”! (A. Bordiga)

8 gennaio 2019