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LA SFIDA DEI “GUEUX” ATTORNO AL “VIALE PIU’ BELLO DEL MONDO”

Ritrasmettiamo il documento-video che mostra un momento dell’operazione militare a tutti gli effetti dispiegata sul suo territorio metropolitano dalla borghesia francese, in esecuzione al dettato emanato dal governo Macron, suo comitato d’affari.

Data: 21 settembre 2019, atto 45 della rivolta sociale dei Gilet jaunes. Luogo: Parigi, viale dei Campi elisi. “Il viale più bello del mondo”, orgoglio e vanto della borghesia francese.

Niente di che, niente di particolarmente “eclatante” come vedrete. Quotidianamente si svolgono innumerevoli episodi, ben più duri e cruenti, della guerra di classe a scala internazionale e massimamente certo non in favore di telecamere. Vero. Altrettanto vero è che qui si tratta dello scontro e della guerra sociale di classe in atto dentro una delle principali potenze capitaliste e imperialiste mondiali. Ed il teatro delle operazioni è la metropoli-capitale Parigi. E dentro la lotta nella metropoli, quella in particolare per il controllo di un’area, di un luogo, di una postazione attorno alla quale sembra venire a focalizzarsi e concentrarsi, simbolicamente ma non solo, l’urto fra le Forze attualmente in campo. Quelle della borghesia francese e del suo Stato contro quelle dei “gueux”.

I “gueux” sono le schiere dei “poveracci” dei dignitosi “poveracci”, dei “morti di fame” che faticano a far quadrare i conti di fine mese, insomma quella massa di proletari che il 17 di novembre 2018 sono entrati in scena come soggetto attivo nella guerra sociale. Una parte dei quali si ostina testardamente a non smobilitare le piazze rappresentando una spina molto fastidiosa per la borghesia francese.

Dopo che lo splendore e la ricchezza borghesi del “viale più bello del mondo” sono state più volte offuscati a partire dal sabato 24 novembre 2018 e sfregiati dalle orde dei “gueux” il sabato 16 marzo 2019 (qualche “stratega”, qualche sapientone o qualche “non ingenuo” osservatore dice: sono stati lasciati apposta sfregiare dal governo per procedere ad un ulteriore giro di vite repressivo. Può essere. Non ci interessa. Sta di fatto che un luogo altamente simbolico della ricchezza e del potere borghesi, è stato violato e sfregiato da una massa proletaria. Punto.) il governo ne ha decretato l’inaccessibilità ai “gueux” stessi. Ben inteso non in quanto cittadini, liberissimi di muoversi sempre e dovunque nella repubblica democratica ove non vige l’apartheid ed anzi liberissimi di consumere e comperare merci anche nel “viale più bello del mondo” se lo vogliono magari grazie al geniale sistema del credito al consumo, MA AI GUEUX IN QUANTO CITTADINI APPARTENENTI AD UNA COMUNITA’ DI LOTTA E IN LOTTA.

D’altra parte sappiamo quanto sia, simbolicamente e giustamente, importante per la comunità dei gueux in lotta avere il diritto di … passeggiare un sabato qualsiasi sui Campi elisi, perché lo hanno detto fin dall’inizio del movimento e lo ripetono ossessivamente nella loro bella canzone: “… Emmanuel Marcon nous venons chercher chez toi…”, Emmanuel Macron veniamo a scovarti in casa tua. Veniamo a scovarti all’Eliseo. Palazzo simbolo del potere che, per combinazione, si trova a due passi o come anche si può dire: “a un tiro di schioppo” da una delle estremità, quella opposta all’Arco di Trionfo, dei Campi elisi stessi.

Avere il diritto. Cioè avere la Forza.

Ponendoci sullo stesso piano – che è un piano elevatissimo ed impervio per tutti;– su cui le attuali avanguardie della comunità in lotta dei gueux (avanguardie di vedute schiettamente anti-marxiste quindi opposte alle nostre) si pongono e si cimentano nello sviluppo della lotta sociale in corso, potremmo dire: come e dove trovare la Forza per avere il diritto di stare, non dove ci pare e piace come particelle atomizzate della società capitalistica, ma dove la nostra comunità in lotta di gueux decide e ardentemente desidera di stare, mettiamo sui Campi elisi di Parigi?

Comprendiamo o riteniamo di comprendere il motivo, oggettivo e non ideale, che induce le attuali parti più avanzate della comunità dei gueux testardamente in lotta a schivare, per quanto possibile, ogni coerente discorso di classe percepito non solo come divisorio per la comunità di lotta ma quasi “angustamente corporativo”, cioè limitato e limitante di una sola parte, per quanto portante, di una intera società che si vuole liberata dal giogo “dei ricchi” e dai Re del denaro e della finanza. Difatti il terreno su cui la comunità di lotta dei gueux è portata a misurarsi ed a combattere sta al di sopra del conflitto operaio/padrone (che beninteso la comunità di lotta alimenta e deve alimentare e da cui a sua volta deve trarne energia). Essa comunità in lotta, è tirata fuori dal recinto della fabbrica o dal perimetro dove si estorce il plusvalore per misurarsi e combattere attorno alla questione centrale ed enorme: a chi, a quale classe, il controllo della società intera; a chi, a quale classe, il potere sulla società intera. Che fine fanno i soldi delle tasse? Come, in base a quali interessi e criteri vengono smistati fra le classi? Per esempio: l’enorme spesa militare è un evidente costo e peso antisociale oppure un necessario investimento di cui il sistema capitalista non può farne a meno pena la sua sopravvivenza?

Talune forze, taluni “cervelli non disponibili” (da cui riprendiamo il documento-video) indubbiamente intelligenti quanto anti-marxisti, capaci di notevole influenza (per quello che ci è dato di capire) sull’attuale movimento sociale di lotta fanno un palese torto alla loro intelligenza quando sostengono del tutto erroneamente che “lo Stato si mantiene solo grazie alla sua polizia”. Non è così. Non solo lo Stato borghese, di cui la forza armata è soltanto uno degli apparati, si mantiene saldamente in piedi ma lo stesso attuale governo (da non confondere con “lo Stato”) si mantiene in piedi grazie al fatto che l’asse portante della classe operaia organizzata, ancora priva di fiducia in sé stessa priva di uno straccio di programma e di organizzazione di classe, teme, realisticamente ragionando, “il salto nell’ignoto” che si darebbe un minuto dopo aver cacciato con la forza della piazza Macron e il suo governo.

Il lavoro per la definizione di un programma e di una organizzazione rivoluzionaria di classe che si prefigga di preparare ed aprire la strada alla decisiva scesa in campo della classe operaia organizzata è maledettamente e “programmaticamente” eluso dalle attuali avanguardie dei gueux che si confrontano con l’enormità della questione posta innanzi al movimento sociale di lotta cioè la questione del potere sulla intera società. Cioè la questione della lotta per l’instaurazione della Comune, di quel “governo a buon mercato” dei proletari e dei ceti non sfruttatori, per dirla con le parole di Carlo Marx … sulla Comune di Parigi 1871, da opporre ai governi comitati d’affari della borghesia che si tratta di far dimissionare con la forza di piazza.

Detto ciò le cose vanno avanti, programma o non programma. Nessuno può sapere se la comunità di lotta dei gueux si eclisserà o evolverà in qualcosa d’altro. La dispersione e la disfatta sono appostate dietro l’angolo. Per intanto essa rimane, bene o male, in piedi. Ed il governo non può affatto ancora cantare vittoria per essere riuscito ad imporre il suo ordine nella simbolica postazione dei Campi elisi. Vi è riuscito, sabato 21 settembre, grazie allo spiegamento di 7.500 uomini attorno ad un “viale più bello del mondo” bunkerizzato cioè costretto a bardare di grate protettive le vetrine dei più prestigiosi brand. I cerchi di filtraggio disposti per impedire il raggruppamento di massa dei gueux all’interno dei Campi (segnalati fino a cinque controlli preventivi per entrare nel viale!) non sono comunque riusciti ad impedire che pattuglie di valorosi proletari (in numero di circa un migliaio) riuscissero ad entrare ed a tenere lo schieramento poliziesco impegnato fino a tarda notte a disperdere ogni minimo assembramento.

E pace all’anima dei compagni che dopo mesi e mesi di lotta non hanno ancora inteso la portata della rivolta sociale emersa improvvisamente il 17 novembre 2018 sprigionata dalle vulcaniche contraddizioni di classe che spingono e maturano ogni giorno sotto la crosta.


Link al video:

https://www.youtube.com/watch?v=GcW_hWvvCZQ



1 ottobre 2019