In attesa della cerimonia di insediamento-incoronazione del 20 gennaio la frazione “vincente” della borghesia americana (e di tutto “il mondo libero”) sembra decisa ad andare fino in fondo nell’operazione chirurgica che ha spazzato via Trump (frazione borghese “patriottica”-imperialista). E a non fare prigionieri. I democratici e i sardinizzati di mezzo mondo tirano un profondo sospiro di sollievo. Costoro più o meno ingenuamente credono davvero, e si illudono, che la testa del serpente fascista sia stata schiacciata. Si bevono tutte le frottole della propaganda di regime sparata dal mainstrem la cui agenda è dettata da quelli del Sinedrio (da chi sia composto lo abbiamo già specificato in articoli precedenti). Lo Stato borghese americano (che i gloriosi Black Panther definivamo come “veramente fascista”, e verificandolo sulla loro pelle dimostravano la profonda e cruda verità sostenuta, in perfetta solitudine, dalla Sinistra Comunista immediatamente dopo la vittoria delle democrazie nel secondo macello imperialista mondiale, e cioè che l’essenza vera del fascismo aveva vinto pur nella sconfitta militare delle potenze dell’Asse. Questi gloriosi militanti in questo senso erano… bordighisti, senza nulla sapere di Bordiga e del pugno di compagni raccolti attorno all’organizzazione rivoluzionaria internazionalista!) lo Stato borghese americano dicevamo, avrebbe secondo la mentalità dei sardinizzati sventato “il golpe fascista”. Questa gente capisce, o vuole capire, giusto il contrario: se di golpe volete parlare, allora si tratta di perfetto golpe democratico e il fascismo che effettivamente incombe si chiama, ebbene sì: regime democratico! Tanto più mostruoso e insopportabile in quanto pitturato di green, pink e rainbow e benedetto dal gesuita a capo della Chiesa di Roma.
Ci si muove lungo il binario “B” indicato nella nostra precedente nota scritta a caldo la notte del 6 gennaio. La variante è il non necessario, al momento, ricorso ai carri armati e allo stato d’assedio e l’opera di riconciliazione, di dialogo e di intesa “per la salvezza nazionale” con quella parte della frazione borghese uscita con le ossa rotte dalla prova di forza e che ora abbandona al suo destino l’imbonitore populista Trump.
Ma i “vincitori” ossia quelli del Sinedrio sono inquieti. Ed hanno ragione ad esserlo. Sanno di manovrare sul bordo di un vulcano negli Stati Uniti e nella polveriera-mondo.
Lo scenario effettivamente pauroso in cui entriamo (nell’ambiente puttano occidentale) è quello che abbiamo per tratti generali delineato nel Post Scriptum “Trauma in America e in tutto l’Occidente” nello scritto United States of America on the volcano’s edge del 20 dicembre.
Intanto in vista della cerimonia-incoronazione del 20 gennaio, la guarda nazionale è mobilitata in tutti i 50 stati federati, i mezzi blindati affluiscono, per ogni evenienza a Washington: democrazia davvero blindata!
Qui in Europa, e in special modo forse in Italia, ci debbono fischiare le orecchie. Per chi sta fuori dall’ovile o meglio: dalla colombaia liberal-democratica tempi duri, tempi durissimi si prospettano. Ma, detto dei brividi che ci mette la situazione, ripetiamo un concetto che ai più sembra assurdo, balordo o che altro volete degno da TSO politico (se non TSO tout-court): la dispiegata contro-rivoluzione è… rivoluzionaria. Marx 1848: vale!
Non possiamo sapere quando una serie di esplosioni sociali a catena risponderà alla contro-rivoluzione democratica in atto. Sappiamo che anch’esse non dovranno fare prigionieri: anonima e tremenda, qualcuno disse. E così sarà!
Nel frattempo e nell’indifferenza totale e generale dell’ambiente puttano occidentale, in Medio Oriente si affilano le lame. Lo Stato di Israele saggia il terreno:
“Approfittando dei disordini politici negli Stati Uniti di cui era uno dei partecipanti e sfruttando lo stato estremamente debole del suo immediato ambiente geopolitico, Israele sta portando avanti la sua più grande campagna di raid aerei e operazioni speciali contro il Libano simultaneamente, Siria e Iraq, senza incontrare finora alcuna resistenza.
Questa volta, gli aerei da guerra israeliani erano così sicuri di non incontrare alcun ostacolo che ora stanno sorvolando il Libano a bassissima quota. Ieri aerei israeliani hanno sorvolato aree residenziali a velocità supersonica e ad altitudini molto basse, terrorizzando gran parte della popolazione libanese. Poco dopo, sono stati segnalati raid israeliani nella Siria orientale, vicino al confine con l'Iraq. Le località di Deir Ezzor e Aboukamal sono state bombardate in due occasioni consecutive. Anche le città di confine irachene sono colpite. A poche ore di distanza, i raid israeliani stanno prendendo di mira la Siria meridionale dal Golan, dove sono sempre più frequenti gli scambi di fuoco tra soldati siriani e israeliani.” (da Strategica51.org 14.01.2021)
Gli analisti da cui abbiamo tratto acutamente notano che il regime iraniano o perlomeno un suo settore, molto confida sulla nuova amministrazione e sulla possibilità di riallacciare in qualche modo un rapporto con l’America “come ai tempi di Obama”. Questa è certamente la volontà della borghesia iraniana. Ma questa ed altre “volontà di pace” urtano non con opposte “volontà di guerra” ma con opposte necessità oggettive di guerra.
Infatti la spaventosa massa di Denaro mobilitato e creato dal nulla per scongiurare la catastrofe immediata contiene in sé una contropartita che non è una contropartita “contabile”. E’ una contropartita di distruzione di capitale, di uomini e cose. Gli stocks di Denaro sfornati dalle banche centrali hanno come contropartita gli stocks delle bombe che andranno usate massicciamente. L’Iran e il popolo iraniano può essere il primo bersaglio utile di questa criminale e sadica necessità capitalistica.
In tale tremenda e forse prossima eventualità
sappiano i criminali del Sinedrio e tutti i cani che ha a disposizione
e che manovra nel mondo intero, che le masse di tutto il Medio Oriente
sono pronte al sacrificio e al combattimento. Signori Sinedrio:
azzardatevi a muovere il passo fatale e vediamo cosa succede. Vediamo
se a tremare di paura debbano essere sempre e solo i popoli.
15 gennaio 2021