Quali scopi sono nascosti dietro il gran battage attorno alla vicenda della squallida figura di Cesare Battisti? Due, a nostro avviso, sono gli obiettivi di fondo perseguiti dalla regia borghese con la messa in scena di questa “campagna”.
Anzi, due più uno “di dettaglio”.
Quello “di dettaglio”: anche questo battage serve per nascondere ciò che sta avvenendo nelle piazze di Europa e di Francia in particolare. Nascondere per quanto possibile, e mistificare quando si è costretti a darne conto, l’emergenza e la rivolta sociale in atto di cui si teme la possibile propagazione contagiosa. L’atto IX della rivolta dei gilet francesi di sabato 12/1/19 (siamo stati beccati dalla tarantola “dei gilet”, direte? Ebbene sì. In effetti la tarantola della straordinaria rivolta sociale in corso ci ha morsicato) ha vibrato, non solo a Parigi, di una grande tensione di lotta, in cui ancora una volta la Forza e la Violenza di massa si sono opposte energicamente all’enorme dispositivo (di Violenza concentrata) dispiegato dallo Stato democratico francese.
A proposito: l’“Appello alla solidarietà internazionale” di cui ci siamo fatti semplici latori, rivolto “A TUTTI” è caduto completamente (o quasi) nel vuoto. Zero. Evidentemente è stato ritenuto come “cosa di altri”. Dalle nostre parti si dice: ognun c’al bali cun sò agne (“che ognuno balli con sua zia”) a significare che ognuno si faccia i cazzi suoi. Bene! OK, messaggio ricevuto.
Veniamo al primo obiettivo di ordine generale, non contingente, cui mira la “campagna” attorno alla vicenda Cesare Battisti che dobbiamo saper leggere nello spirito che in una delle “pagine combattenti” qui sotto riportate alla luce (scritte “al fuoco” di quegli anni, 1979) descriveva così: “La borghesia sa andare oltre l’immediato, uno sforzo analogo devono saper fare i compagni che mirano a difendere il programma inequivocabile della rivoluzione”. Esso, primo obiettivo, è la squalifica, la condanna, il marchio d’infamia attribuito al principio stesso di violenza rivoluzionaria di classe che la borghesia intende ribadire e inculcare nella testa delle masse. Il che significa ribadire preventivamente che il bastone del comando sulla società è, e deve rimanere, nelle mani della borghesia e che chiunque osasse opporre una Forza contraria sarà spazzato via senza tanti complimenti né scrupoli di sorta (e possibilmente con il massimo del “consenso democratico”) ove la situazione sociale si faccia calda e incandescente.
A questo obiettivo generale di fondo concorrono tutti, cioè tutte le opposte bande politiche di servi della borghesia che poi si accapigliano e si dividono attorno alla gestione “del caso”, come su tutto il resto. Concorre anche lo stesso Cesare Battisti, oggetto “della disputa”. Costui ha fatto danni alla causa comunista rivoluzionaria quando vestiva i panni del “combattente proletario” (e lo si spiega per filo e per segno nei testi che qui ripubblichiamo) e ne continua a procurare in quelli da intellettuale da strapazzo con l’aureola del “perseguitato” ed è perciò accolto, protetto e cullato dagli ambienti della sinistra “progressista”. Quale differenza di dignità politica e personale rispetto ad un altro Cesare, Cesare Di Lenardo, murato vivo nelle carceri della repubblica democratica italiana! Perciò qualifichiamo questo “ex” con l’aureola del perseguitato come figura squallida.
(Per chi non lo sa, Cesare Di Lenardo è un compagno che ha subito pesanti torture. Nella Repubblica democratica e costituzionale, come si sa, la tortura è vietata come tante altre cose "brutte" però quando si tratta della lotta contro "i sovversivi dell'ordine ...costituzionale" ogni mezzo vale. Non stiamo a frignarci su. Se la nostra memoria non ci tradisce ricordiamo che l'aguzzino di Cesare riuscì a farla franca facendosi eleggere nelle liste del (fu) partito social-democratico... Quale differenza di dignità politica e personale fra i due Cesare!)
Il secondo obiettivo attiene alla lotta politica in corso fra le diverse e opposte parti e frazioni politiche di servi del capitalismo italiano, in cui la borghesia si trova a dover sperimentare, cercare – in una lotta contro il tempo;– una soluzione politica adeguata ai tempi a cui affidare la gestione del comando e del controllo politico e sociale sulla società, una volta collassati i suoi due più affidabili pilastri del PD e di Forza Italia.
Dentro questo complicato quadro, è estremamente utile alla manovra complessiva della borghesia italiana il formarsi di una figura che funga da “spauracchio”. L’On. Salvini, prim’attore nella gestione della vicenda attorno alla “primula rossa” presa nel sacco, sembra essere lo strumento ideale usato dalla borghesia per svolgere tale ruolo. Come la figura di Berlusconi, dello “spauracchio” Berlusconi, è stata ieri strumento utilissimo, in quanto catalizzatore di un fronte (borghese) avverso in cui convogliare le masse e tenerle sotto controllo.
La manovra borghese che ha usato la figura dello “spauracchio” Berlusconi, agitato per anni e anni allo scopo di rincoglionirci, culminò allora nell’esito del novembre/dicembre 2011, cioè nella riduzione all’impotenza delle masse e nella loro “messa nel sacco”.
La manovra che sembra oggi prefigurarsi è quella di staccare il corno "progressista" 5 stelle (o una parte di tale movimento, i vari Fichi secchi...) dal corno "reazionario" della Lega salviniana. Come sentiamo dire sempre più spesso: "movimento 5 stelle" servo... della Lega, servo di Salvini (quando invece il 5 stelle è servo sì, ma del capitalismo italiano! Ne è uno dei tentacoli politici). Lo scopo di tale manovra è appunto quello di approntare un contenitore "nuovo" in cui tentare di far confluire, per gestirlo e controllarlo, il malcontento sociale.
Salvini e la sua parte hanno preso nel sacco “la primula rossa” ma la manovra complessiva della borghesia intende, anche attraverso la gestione di questa vicenda, prendere nel sacco il proletariato. E farci fessi un’altra volta.
Autonomia, indipendenza di classe, dai servi “progressisti” e “reazionari” della borghesia!
Cari compagni, questi appunti sul
“caso” della squallida figura Cesare Battisti
considerateli niente altro che un’introduzione all'indirizzo trasmesso dalle
“pagine combattenti” che qui, nella rubrichetta
“La Nostra Memoria”, riportiamo alla luce.
15 gennaio 2019