nucleo comunista internazionalista
note




Prospettive illusorie e suicide

In tempi di elezioni la vacuità di una “sinistra” eternamente risucchiata dal vortice della contesa di schede raggiunge il culmine.

Ciò stride con la realtà di un capitalismo che approfondisce ogni giorno un po’ di più l’aggressione alle condizioni di lavoro e di vita di un proletariato sotto crescente pressione e in crescente difficoltà.

A sentire costoro, la salvezza starebbe in un buon successo della lista-escamotage “più a sinistra” di turno, immancabilmente costruita sulla autocensura di qualsiasi troppo pronunciata accentuazione classista (di scarso appeal e anzi dannosa, mentre va benone ostentare il lato B per farsi conoscere e acchiappar voti), dal che la stura a insulsaggini di ogni tipo suppostamente utili a rimettere elettoralmente in piedi una “sinistra vera”.

Corrado Oddi sul manifesto del 20/05/2014 elucubra a dovere nel goffo tentativo di rilanciare vecchie minestre avariate e nondimeno riproposte.

A sentire costui la manifestazione del 17 maggio contro le privatizzazioni e per la difesa dei “beni comuni” presenterebbe “due punti di novità”, per un padronato determinato a beneficiare del rilancio di “privatizzazioni a tutto spiano” e “un’alleanza sociale – che inizia a costruirsi – di tutti i soggetti che si battono per i beni comuni”. Nella piazza del 17 Oddi ha visto “il movimento per l’acqua pubblica, quello per la casa, gli studenti, i movimenti contro le devastazioni ambientali e le grandi opere”, ha visto “la centralità del movimento per l’acqua” e “attorno a questa centralità l’ ampliarsi di movimenti impegnati su diverse tematiche”... Ha visto ancora “un’ampia coalizione sociale che riprende il percorso dell’autunno scorso, quello che aveva visto in campo un’iniziativa forte sul tema dell’attuazione della Costituzione...”. Va da sé che “in uno scenario segnato dalla assenza di una sinistra politica adeguata”, la manifestazione del 17 maggio pone “il tema della costruzione di una nuova soggettività politica di una sinistra adeguata ai tempi moderni”, prospettiva questa che “sta anche in un buon risultato elettorale della lista l’Altra Europa con Tsipras”.

Ora, ciascuno sarà pur libero di vedere e credere ciò che vuole, ma francamente ci indigna che a fronte delle parzialissime e frammentate manifestazioni del movimento di classe attualmente date, invece di capitalizzarne seriamente i limiti (evidenti) e i modesti coefficienti positivi in vista della possibile scesa in campo e unificazione della stragrande maggioranza delle nostre truppe tuttora passivizzate e assenti alla lotta (altro che conta di shede!), si pretenda di appiccicare ad esse abiti fuori misura che immancabilmente omettono la prospettiva di una vera unificazione del fronte di classe e contraddicono i compiti che sarebbe necessario prendere in carico per potervi contribuire. Abbiamo avuto modo di scrivere su quanti nelle manifestazioni del 18-19 ottobre hanno visto “il blocco sociale del sindacalismo di base, dei movimenti sociali e delle organizzazioni politiche della sinistra anticapitalista” (vedi l’articolo 18 e 19 ottobre: un passo avanti nella direzione giusta”), e su quanti altri hanno invece voluto celebrare nello scorso 12 aprile un movimento per il diritto all’abitare ritenuto autosufficiente (vedi l’articolo Il corteo del 12 aprile”). A questi nostri precedenti interventi rimandiamo, senza qui ripeterci.

Peggio di tutti fa Oddi che prende a pretesto l’ “alleanza sociale per i beni comuni” che si sarebbe vista il 17 maggio per riesumare il cadavere della “piazza maestra del 12 ottobre”, in realtà scomparsa di scena per una prospettiva inconsistente ben presto travolta e derubricata dagli eventi, ovvero – e a dispetto di tutti gli sproloqui aggiuntivi su movimenti, centralità e connessioni varie...– l’idea effettiva di un puro “movimento di opinioni” che valga in soldoni l’essenziale deposito nell’urna di quante più schede possibili per la lista Tsipras.

Se un dato c’è da rilevare nella non debordante manifestazione del 17 maggio (non debordante proprio nelle sue componenti suppostamente centrali al metro di Oddi) è quello della cospicua presenza (accanto agli spezzoni di occupanti di case) di consistenti spezzoni dei più rappresentativi sindacati di base e finanche di una pattuglia di rappresentanti Fiom.

Sarà un caso se nei panegirici elettoraleschi di Oddi di ciò nulla è dato leggere?

Per noi è invece un dato da rilevare, sia perché quegli stessi sindacati – di base e non – il 12 aprile dei movimenti per la casa non erano in piazza; e sia perché, dopo la finale archiviazione della lotta dei lavoratori metalmeccanici celebrata da Landini e costituzionalisti vari il 12 ottobre in piazza del Popolo, è la prima volta che una sparuta pattuglia fiommina si dispone a tornare in piazza (non per prestare le orecchie a vaniloqui giuridici, ma – vogliamo credere, quand’anche non ci facciamo soverchie illusioni – come segnale della necessità che si torni a lottare).

Particolari irrilevanti? Noi non crediamo, per un movimento di classe che deve sicuramente prendere in carico e unificare nella denuncia tutte le tematiche specifiche evocate anche il 17 maggio, ma potrà farlo solo rimettendo in campo la centralità catalizzatrice di un vera mobilitazione della classe operaia e lavoratrice.

Soprattutto potrà farlo non a prescindere dalla presa in carico di una adeguata battaglia politica, per una piazza del 17 anch’essa lontana (nonostante l’allargamento delle tematiche) dal riaprire cuore e menti alla politica di classe di cui abbiamo vitale bisogno, tanto quanto parzialmente animata (si fa per dire) dai riti di una certa politica che giustamente ci fa schifo in quanto ripropone una “sinistra pseudo-radicale” che balbetta, si autolimita, si contraddice, purché sia dato (prima con l’arcobaleno, poi con Ingroia, ora con Tsipras) rimettere piede nei palazzi della politica istituzionale, barattando ogni residua reminiscenza classista in funzione di questa prospettiva illusoria e suicida

23 maggio 2014