A chiarimento di un passaggio su “Medici senza frontiere”, contenuto nel nostro
articolo “La Russia in Siria: chi aggredisce chi?”,
riportiamo una breve nota (tratta da fonte “non sospetta“) che spiega
concretamente a chi non ricorda – o non vuol ricordare – come, per
quell'organizzazione, alcune frontiere debbano rimanere ben salde.
14 ottobre 2015
Atene, 22 Ottobre 1999
Medici senza frontiere (Msf), l'organizzazione insignita venerdì scorso del
Nobel per la Pace, ha espulso dal suo seno la sezione greca, per aver
mandato medici in Serbia durante la guerra del Kosovo.
L'espulsione formale – rivela oggi il quotidiano in inglese Kathimerini – risale all'inizio di questo mese, ma già dal giugno scorso i rapporti fra la sede internazionale e centrale di Msf a Parigi e Msf Grecia erano stati congelati, come forma di avvertimento alla sezione greca.
La portavoce di Msf Grecia, Sophia Ioannou, ha detto al giornale Athens News che «l'espulsione e' un duro colpo alla nostra sezione, ma non abbiamo nulla da rimproverarci».
Secondo la Ioannou, la centrale di Msf «non voleva che inviassimo una nostra squadra in Jugoslavia, nel contesto di una missione governativa di medici greci. Ma poiché proprio i medici greci erano gli unici accettati da Belgrado, abbiamo deciso di inviarla ugualmente».
Il presidente della sezione greca di Msf Odysseus Voudouris ha aggiunto:
«Noi abbiamo fatto il nostro dovere e restiamo impegnati all'azione
umanitaria imparziale», conforme allo statuto di Msf, «e continueremo a
chiamarci Medici senza frontiere, come medici realmente senza frontiere,
oggi più che mai».
(rainews24 – 10/22/99)