In una società divisa in classi, in cui lo stato e le istituzioni, fra cui l’esercito, sono a difesa del capitale e quindi contro gli operai e i lavoratori, ognuno piange i suoi morti. Noi piangiamo e listiamo a lutto le nostre rosse bandiere ogni anno per 1500 lavoratori assassinati dai padroni sui posti di lavoro, per le 5000 morti all’anno per tumori derivanti dall’amianto e per le decine di migliaia che muoiono per malattie professionali, cercando attraverso la lotta di rimuovere le cause di queste stragi: il sistema di sfruttamento dell’uomo sull’uomo.
Noi piangiamo e lottiamo perché milioni di vite umane (donne, bambini, anziani) che potrebbero essere salvate si perdono per pochi centesimi, morendo di fame e di sete.
Ancora oggi la vita di miliardi di persone nel mondo è sacrificata a causa dello sfruttamento capitalista e dalle guerre imperialiste.
L’imperialismo continua a imporre alla classe operaia e ai popoli dominati/controllati del mondo diseguaglianza, povertà, contadini senza terra, operai senza lavoro, disoccupazione,malattie, guerre, morte, sottosviluppo, razzismo e altro ancora.
L’imperialismo, compreso quello italiano; impone ai popoli del mondo prestiti usurai (nascondendoli sotto la forma di aiuti umanitari), scambio diseguale occupando economicamente e militarmente intere zone del mondo.
Noi piangiamo e lottiamo per abolire un sistema sociale che nel mondo costringe milioni di persone a vivere in condizioni disumane.
Queste sono le prime domande che come proletari, come lavoratori dobbiamo porci.
L’esercito italiano, al pari di quelli dell’alleanza imperialista capeggiata dagli USA, è in Afganistan non per aiutare le popolazioni, in “missione di pace” per combattere il “terrorismo”. I militari italiani sono nei vari teatri di guerra internazionali, per volontà del governo italiano che a prescindere dagli schieramenti o da chi governa pro tempore, (centrodestra o centrosinistra), partecipano alla guerra per spartire il bottino dei profitti insieme agli altri predoni imperialisti.
I proletari, gli operai e i lavoratori italiani non hanno nessun interesse a sostenere il governo dei padroni che li licenzia e riduce i salari e le pensioni.
Noi proletari non abbiamo niente da spartire con la guerra dei padroni.
I nostri interessi ci spingono a fianco degli operai e degli sfruttati di tutto il mondo, non contro gli operai o gli oppressi di altri paesi.
Non abbiamo nulla in comune con i padroni e abbiamo tutto l’interesse a opporsi alla partecipazione italiana alla guerra che si sta combattendo in Afganistan, Iraq.e in altre parti del mondo .
L’unica strada per evitare nuove vittime e futuri lutti alle famiglie italiane e a quelle delle popolazioni occupate da eserciti imperialisti stranieri; è quella di lottare per l’immediato ritiro delle truppe italiane in Afganistan e negli altri paesi nei quali l’esercito italiano è presente.
Noi proletari, pur rispettando il dolore delle famiglie, non parteciperemo a nessuna mobilitazione “patriottica” e non verseremo lacrime di coccodrillo come fa la borghesia italiana.
In questo momento più che mai, esprimiamo la nostra solidarietà rivoluzionaria agli operai e ai popoli di tutto il mondo che lottano contro l’imperialismo e i propri padroni.
Work, notiziario per il coordinamento dei proletari e dei lavoratori comunisti
E–mail: autorganizzati.milano@gmail.com
Milano, 18– 09– 2009