nucleo comunista internazionalista
riceviamo e pubblichiamo/segnalazioni





RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Dalla galera di lavoro salariato Fiat/Tychy, Polonia.

L’eloquente cronaca che giunge da quel modernissimo fiore all’occhiello del capitale che è la fabbrica Fiat di Tychy, la galera di lavoro salariato di Tychy, ci riporta come primo impulso al modernissimo Marx 1857 e dintorni: "Il sistema è posto in movimento da un Automa, Forza motrice che muove se stessa, questo Automa consta molteplici organi meccanici ed intellettuali in modo che gli Operai stessi sono determinati solo come Membri coscienti dell’Automa. ... Non è più come nel caso dello Strumento che il Lavoratore come organo anima della sua abilità e della sua attività e il cui maneggio dipende perciò dal suo virtuosismo. La macchina invece, che possiede forza e destrezza in luogo e al posto del Lavoratore, è essa il Virtuoso ed è dotata di un’anima propria nelle leggi meccaniche in essa agenti e consuma per il suo auto-movimento continuo le materie strumentali come ad esempio carbone, olio, ecc. come fa l’operaio coi suoi alimenti. L’attività dell’Operaio, ridotta a mera astrazione dell’attività, è in tutti i sensi determinata e regolata dal movimento del macchinario, e non inversamente".

Dentro un tale ingranaggio e contro un tale Mostro , "Bestia senza anima e perfino senza vita ma che divora e uccide il lavoro vivo, il lavoro dei vivi ed i vivi" (Bordiga) gli schiavi salariati sono chiamati a battersi, e si battono.

Dalla Polonia proletaria, sia pure per opera di infime minoranze, erano già giunti mesi addietro alcuni significativi "messaggi in bottiglia" di solidarietà verso i fratelli di classe di Pomigliano e Mirafiori, purtroppo senza trovare alcun riscontro, oltre la semplice circolazione degli stessi, dalla nostra parte. Abbiamo dovuto sentire e registrare amaramente invece, e dalla voce di proletari in lotta qui contro quella Bestia senza anima, espressioni come "noi non siamo polacchi" (non siamo cinesi, non siamo...amercani; siamo e vogliamo rimanere lavoratori Italiani cioè presuntamente di serie A) che riflettono la situazione di arretratezza e di disarmo in cui versa il proletariato d’Italia.

E’ ora di cominciare a pensare che dobbiamo gettare i nostri ponti verso i proletari di Tychy (di Detroit, di Kragujevac...) e di agire concretamente di conseguenza.

13 aprile 2011



Polonia: la lotta delle classi giorno per giorno
alla Fiat (Tychy)

Cadenze disumane, polizia politica, spettri:
così i salariati parlano dei retroscena del loro lavoro
nella fabbrica modello della Fiat a Tychy, in Slesia.

Il giorno della festa dell’Indipendenza, al Castello Reale di Varsavia, Zdzislaw Arlet, membro della direzione della Fiat Auto Poland e direttore della fabbrica di Tychy, riceveva dalle mani del vice primo ministro Waldemar Pawlak il titolo di "Miglior Dirigente". In quel momento, un gruppo di persone muniti di passamontagna gridavano "Tiranno ! Dittatore ! Vattene in Corea del Nord". Uno di loro teneva un cartello che diceva: "Il direttore è premiato, ma la fabbrica è un campo di concentramento".

Non era un happening politico, ma una manifestazione dei lavoratori delle fabbriche Fiat Auto Poland di Tychy. Perché hanno indossato i passamontagna ? "Perché sarei licenziata all’istante", dice una manifestante.

Quattro mesi dopo, il 10 febbraio, qualcuno ha distrutto decine di veicoli nuovi, durante i turni notturni e del mattino. Le carrozzerie sono state rigate con qualcosa simile a un chiodo, e i tetti  sfondati come con pugni. "Alla Fiat, le persone diventano pazze a causa di questa "qualità", dice un lavoratore. I sindacalisti di "Agosto 80" ne informano i giornalisti. La direzione della Fiat nega che ci sia stato sabotaggio; rischia uno scandalo per la sua immagine. Eppure le e-mail che si scambiano i capi squadra ne sono prova.

La fabbrica Tychy è lo stabilimento Fiat più noto nel mondo, e la più grande fabbrica di questo gruppo in Europa.

Una guerra scoppia tra i sindacalisti e la direzione. "Ci attribuiscono questo sabotaggio", dice Franciszek Gierot, dirigente di "Agosto 80" nella fabbrica.


Sempre più in fretta

Il direttore Arlet è diventato "Miglior dirigente" perché è "un appassionato dei problemi legati ai processi basati sulla gestione tramite la qualità".

Il suo leitmotiv è: domani lavorerò meglio di oggi. La fabbrica lavora sulla base di quattro modelli di gestione della qualità: ISO, TPM, TQM e WCM. "Volete saper che cosa sembra realmente?", sospira un altro lavoratore. Nessuno di quelli che parlano vuole fare il proprio nome. "Abbiamo un minuto e mezzo per un’operazione su una vettura. Le cadenze sono infernali, dunque si aggirano certe procedure; e anche così si lavora più in fretta di quanto prevedano le norme", racconta il lavoratore n° 1. L'anno scorso, due controlli dell’Ispezione nazionale del lavoro (in marzo e in ottobre) hanno confermato l’accelerazione della velocità dello scorrimento delle catene di montaggio.  "Una velocità troppo elevata della catena può creare rischi di incidenti" scrive Andrzej Kamela, ispettore del lavoro nelle sue annotazioni per la direzione della società.

La pressione alla Fiat è al massimo durante le visite di un consulente del Giappone (più volte in un anno). I lavoratori lo chiamano Nanni­la- macchina (dal suo nome  Yamachina). Verifica la qualità e i rendimenti.

"Su questo, lo Spettro ci va a  fondo", ridono i lavoratori, benché tutto questo non li faccia ridere.

Il consulente giapponese verifica il funzionamento del WCM, World Class Manufacturing, cioè Fabbricazione di classe mondiale. I lavoratori dicono che il WCM viene dalle fabbriche Toyota.

Con  la norma WCM non ci possono essere incidenti sul lavoro. I salariati pensano che semplicemente non saranno dichiarati.  Lavoratore  n° 2 : "Quando un collega ha avuto un malessere alla catena, non l’hanno neppure  fermata. E’ arrivato il capo, ha dichiarato che la catena doveva andare avanti e hanno spostato il collega da parte".

Gierot conferma : "Benché la fabbrica abbia la sua unità di pronto soccorso, risulta stranamente che numerosi operai sono vittime di incidenti mentre vanno al lavoro o durante il ritorno".

L'ispezione del lavoro sta verificando le informazioni dei lavoratori. La loro situazione è esaminata anche dal procuratore, avvisato dai sindacalisti.

I vestiti dell’operaio devono essere puliti e stirati. Se porta una camicia con bottoni, deve essere abbottonata fino al collo. Lavoratori n° 2: "Anche a 36°C  nell’officina, i colleghi avevano questo obbligo".

Non ci deve essere alcuna vite per terra ; non si può più posare un bicchier d’acqua, anche se in estate ci sono fino a 40 gradi.   "Nanni-la-Macchina" ha deciso che nel corso dell’anno ognuno deve proporre 26 idee miranti a migliorare la qualità del lavoro. "Per farvi fronte, le idee consistono per esempio nel dipingere i cassetti blu in verde", scherza il lavoratore n° 1.

A fine anno, si valuta il lavoratore. I capi e i leader hanno ricevuto istruzioni con e-mail, inviate fin dall’ inizio dell’anno, che dicono che il 15 % dei salariati devono avere note da 1 a 2 (su una scala di 4). "Sono i potenziali candidati al licenziamento, benché le note siano soggettive. Non stanno nelle medie statistiche, quindi devono saltare" spiega Gierot.


«Questo accordo ti va bene?»

Per i quadri, non è certo il paradiso. Durante le riunioni informative, si mette un microfono nelle mani di un capo il quale deve dare spiegazioni di fronte a un centinaio di persone sul suo "regalo". Il regalo è un difetto della vettura. Queste riunioni informative, le chiamiamo  i karaoke", scherzano i salariati. Il n° 3 aggiunge: "E’ un lavaggio del cervello".

Il capo deve spiegare cinque volte le ragioni di quello che succede. E’ la regola detta "5 volte perché".

Oggi, non è più necessario intrufolarsi in fabbrica per sapere quello che succede. I salariati registrano i loro superiori con i registratori dei loro cellulari.

Ma i quadri sono  in allarme in questi ultimi tempi. Si è arrivati al punto che gli addetti della cellula "Repo", che deve essere il tramite tra la direzione e il salariato (chiamata dai salariati "ubecja" [la polizia politica staliniana]), "discute" con i lavoratori per iscritto.

Nell’impresa (e ormai anche dal  procuratore) circola tale parola, e la registrazione della riunione del 18 febbraio (qualche giorno dopo il sabotaggio delle vetture).

La "Repo" domanda al salariato convocato: "Questo accordo ti va bene?" e gli passa un foglio con una frase: " nomi – sabotaggio – contratto a tempo indeterminato !". E il  "Repo" propone al salariato di fornirgli un dittafono per registrare i dirigenti di "Agosto 80". Il salariato risponde: "non è possibile fare così".

Gierot spiega: "Il Repo presenta un foglio simile ai salariati  con contratto a tempo determinato. Ciò significa che se il salariato indica chi c’era dietro il sabotaggio, può contare su un contratto a tempo indeterminato".

Alla Fiat Polonia ci sono 6.300 salariati, di cui 800 con contratto a tempo determinato. I sindacalisti affermano che sono intercettati.


Giornate di congedo collettivo

Il conflitto con i sindacalisti, soprattutto con "Agosto 80", che ha svelato il sabotaggio ai giornalisti, è cominciato un anno fa, quando il tempo del boom è terminato. Nel 2009, la fabbrica Fiat di Tychy ha battuto il record, producendo 605.797 vetture. Mentre le altre fabbriche di automobile crollavano, la fabbrica ha aumentato al produzione e l’occupazione. Nel 2009, le vendite hanno apportato circa 19,5 miliardi di zlotys [4,88 miliardi di euro]. "Tutti parlavano di noi, eravamo l’esempio" dice il salariato n° 1.

L’anno dopo le vendite si sono abbassate di 65.000. Anche se ci sono stati solo 9 giorni di cassa integrazione e 17 giorni di straordinario, Fiat Auto Poland ha segnato un deficit di 81,6 milioni di zlotys [20,45 milioni di euro]. Anche se il piano è stato realizzato, i lavoratori si sono sentiti dire che lavorano molto male.

In dicembre dovevano ricevere un premio di 600 zlotys [150 euro], ma non l’hanno ricevuto – nel 2009 era di 1.700 zlotys [425 euro]. La direzione spiegava che il mercato delle auto era in flessione. Secondo i lavoratori, la ragione era un’altra: due mesi e mezzo di arresto della nuova catena di montaggio della Ford Ka, perché Ford non ha trovato l’accordo con la Fiat riguardo al nuovo motore "Euro 5", e la produzione è stata fermata.

La direzione ha allora proposto che i lavoratori recuperino questo tempo dal congedo o accettino un congedo senza paga (il che è contrario all’accordo collettivo in corso alla Fiat), per "rendere flessibile il tempo di lavoro". I lavoratori hanno appreso che è il punto di vista del presidente italiano. "Abbiamo rifiutato, e allora tutto si è guastato  ", dice Franciszek Gierot.

In ottobre la direzione ha annunciato con la radio interna che, poiché i sindacalisti non avevano dato il loro consenso, la produzione sarebbe stata fermata per qualche giorno e che i lavoratori in primo luogo dovevano prendere il congedo. I sindacalisti hanno chiamato l’ispezione del lavoro, che ha messo in discussione questa invenzione della direzione.


"Si fanno dimettere gli iscritti"

Tra i salariati, circola l’ultima novità: una registrazione effettuata con un cellulare da una persona convocata da uno dei capi del settore tecnologico. "Vado direttamente allo scopo, tu sei un membro di "Agosto 80". C’è una guerra della direzione con "Agosto 80".  Te lo dirò onestamente, brutalmente :  si fanno dimettere gli iscritti da "Agosto 80". E tu? Il salariato risponde: "Io resto".   "Ah bene ? Non dimenticare che questa conversazione non ha mai avuto luogo".

Gierot : "Hanno fatto dare le dimissioni a 300 nostri iscritti. Hanno paura di perdere il lavoro, allora si dimettono."

Il 10 marzo, dopo una nuova paga molto leggera, i componenti della squadra del mattino dicevano che ci sarebbe stato lo sciopero, e che la catena si sarebbe arrestata. "Ed è cominciato qualcosa di bizzarro, la catena si metteva in moto, poi si fermava" racconta un salariato della squadra del mattino. Alle 6,15, sulla catena D, arriva il caposquadra . Addita un giovane lavoratore e grida: "vuoi essere la prima vittima?"

Il giorno dopo questo giovane è licenziato per colpa, accusato di "rifiuto di fornire il lavoro". Gierot : "Doveva essere un esempio. Il salariato è membro del sindacato".

Abbiamo chiesto a Boguslaw Cieslar, portavoce di Fiat Auto Poland, da dove nasce questa guerra della direzione Fiat de Tychy contro "Agosto 80". "Non c’è nessuna "guerra" della direzione di Tychy con alcuno degli otto sindacati presenti alla Fiat Auto Poland", risponde Cieslar.

Secondo Cieslar, il rapporto dell’ispezione del lavoro, stabilito dopo il controllo, non menzionava "il superamento del tempo della catena di produzione".

Allora, chi ha ordinato ai capi dell’impresa di "far uscire la gente dal sindacato Agosto 80?", domandiamo. Cieslar assicura: "Non c’è alcun ordine di "far uscire le persone da Agosto 80. La decisione di far parte di una organizzazione sindacale alla Fiat Auto Poland, o di lasciarla, è presa dal salariato stesso. Nessun direttore suggerisce alcunché, e ancor meno forza chicchessia in questo campo".


Izabela Kacprzak

27 marzo 2011

* Traduzione dal polacco in francese di un articolo pubblicato nel quotidiano polacco Rzeczpospolita del 26-27 marzo 2011 col titolo «Tyskie karaoke i japonski Jas Maszyna » (« Le karaoké à la mode de Tychy et Jeannot-la-Machine du Japon »). traduzione dal francese di Michele Basso.