nucleo comunista internazionalista
riceviamo e pubblichiamo/segnalazioni






Riceviamo e pubblichiamo con piacere una raccolta di componimenti, che un compagno ha voluto dedicare al ricordo di Paolo.

27 dicembre 2017





LINEE di TENSIONE CRITICA

In memoria di Paolo

7 COMPONIMENTI




  1. Gerusalemme capitale
  2. Cronaca di un trionfo annunciato
  3. Non si infrangono così miti millenari (Quando Sisifo si stancò)
  4. Ennesimo scandalo nella Repubblica democratica fondata sul lavoro (…”abbandonati dallo Stato”)
  5. Dove si danno le coordinate di un volo pindarico
  6. Una faccenda controversa
  7. La sorte del Leviatano




Dicembre 2017

GERUSALEMME CAPITALE



Perché mai

la goccia è stata lasciata cadere

minacciando di far traboccare il vaso

proprio ora?

Perché mai

sono state suscitate le forze infernali,

sono state sciolte, nelle loro caverne, le catene ai Titani

liberi di placare la loro tremenda sete di vendetta

proprio ora?

Si è raccontato

della rabbia collerica di Joseph Goebbels

una volta che, al principio del 1939,

ebbe veduto i libri contabili del Reich

le cui falle non erano più prorogabili,

per quanto geniale fosse

la magia nera di Hjalmar Schacht

e degli altri esperti di banca e di finanza.

Non si saranno forse accorti,

gli altissimi esperti di banca e di finanza

riuniti insieme ad altri drogati e lupi mannari

nel loro sinedrio, in qualche posto sulla Fifth Avenue,

che le riserve d’oro custodite a Fort Knox

si sono dileguate,

proprio ora?

Non avranno forse in quel sinedrio stabilito,

che per salvare almeno le apparenze,

che per garantire almeno la parvenza di un qualche valore monetario,

alle tonnellate e tonnellate

di cambiali in bianco e di altri titoli di debito

o di credito,

stampate dai torchi della Federal Reserve

sia necessaria, per l’incasso,

una firma di girata scritta in inchiostro rosso

estratto dal sangue umano,

proprio ora?

CRONACA DI UN TRIONFO ANNUNCIATO



Il suo trionfo non poteva essere più totale,

schiacciante.

E’ passato fra ali di folla

in visibilio.

Tale era il dato di fatto

inconfutabile

che persino gli scettici – scorie residuali –

non osavano adombrare

che obiezioni secondarie del tutto irrilevanti.

Non gli restava ora che compiere l’ultimo gesto

a sancire l’apoteosi:

scandire a pieni polmoni,

dall’alto del palco, di fronte alla folla assiepata

e a beneficio del nugolo di telecamere appostate,

scandire a pieni polmoni, dicevamo,

il suo nome.

Un nome breve, secco, diretto e definitivo

come un colpo di pugnale.

Un nome la cui sola pronuncia

mette i brividi:

PIRRO!

NON SI INFRANGONO COSI’ MITI MILLENARI

(Quando Sisifo si stancò)



Deciso che ebbe di sfuggire ad un millenario cliché,

di uscire dai ranghi,

Sisifo infine lasciò  rotolare a valle l’ennesimo masso

e si eclissò dietro uno dei tornanti della sua eterna salita.

Si diede allora alla macchia

beffando le guardie che gli davano la caccia.

Dalle fessure di un pollaio di legno dove trovò rifugio

accendendosi una sigaretta potette osservare,

pervaso da una immensa gioia infantile,

il luccicare al sole delle baionette

infilzate dai gendarmi

nella paglia dei carri che entravano e uscivano dal villaggio.

L’avessero snidato

fra un giorno, fra un mese, fra un anno

e ricondotto al suo destino scritto e sancito per sempre,

l’inaudito si era comunque oramai verificato.

La frittata, come si dice, era oramai fatta.

Un mito millenario era andato in frantumi.

Sino a simili disastri

è potuto arrivare il Capitalismo

nella sua fase terminale,

nella sua putrefazione.

ENNESIMO SCANDALO NELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA

FONDATA SUL LAVORO

( …“abbandonati dallo Stato”)


Che si faccia piena luce perdio!

E tanto fu abbagliante la sua irradiazione

che più di qualcuno ne ebbe serie lesioni alla vista.

Oltretutto si sarebbe rischiato il cortocircuito:

“girate l’interruttore e spengete, per l’amor del cielo!”.

Che il Ragno sia cavato dal buco:

“Ragno esci dal buco. Subito!”.

Ci fu l’intesa per varare una Commissione d’Inchiesta.

Ci vuole una Commissione Parlamentare d’Inchiesta.

Ancora!? Sì, ancora.

La Commissione Parlamentare d’Inchiesta ha solennemente aperto i lavori.

La Commissione Parlamentare d’Inchiesta ha chiuso i suoi lavori.

Il Ragno era ed è al suo posto

cioè nel buco.

Mica è fesso il Ragno.

Il leader sindacale è in stato di agitazione,

arringa, mulina i pugni

gliele suona agli Industriali e a quelli del Governo:

“ci vogliono gli Investimenti, ci vuole puntare sulla Ricerca

e che tutti paghino le Tasse…”

Evasori pagate le Tasse. Subito!

Si minacciano fuochi e fiamme

e un referendum per abrogare qualcosa.

Ancora!? Sì, ancora.

I salariati presenti in sala applaudono.

La crisi li ha sfibranti, li ha stravolti.

Hanno la faccia verde, sono trasfigurati,

si sentono abbandonati dallo Stato.

Lo Stato li ha abbandonati,

li ha – con rispetto parlando – mandati a cagare.

DOVE SI DANNO LE COORDINATE DI UN VOLO PINDARICO



Non vi è dubbio

che ci vorranno alcuni decenni

perlomeno

di severa disintossicazione

sotto il ferreo controllo

della dittatura proletaria

alla scala dei più evoluti paesi

perlomeno.

Si comincerà allora ad intravvedere all’orizzonte,

in capo a questa lunga ed aspra marcia

verso la Gemeinwesen-Comunità umana,

lo stagliarsi della skyline

della Città del Sole.

Forse la stessa

intravista nelle visioni di Tommaso Campanella.

Forse la stessa

il cui carattere essenziale

la penna di Cervantes aveva potuto solo delineare

sulla carta:

“…quelli che in essa vivevano

ignoravano queste due parole:

tuo e mio”.

Giunta così alle sue porte

seguendo il sentiero tracciato

“del movimento reale che abolisce e supera il presente stato di cose”,

la carovana potrà finalmente deporre le armi.

Gli scettici contemporanei

o più esattamente gli uomini pratici

quelli del qui-e-ora,

quelli che muovono i loro passi con sano e sacrosanto realismo,

chiedono di poter toccare con mano.

E, in tutta franchezza,

ne hanno ben donde:

dove mai si trova Questo Luogo?

Dove poterlo vedere con i propri occhi,

materialmente

e non nel racconto di qualche visionario?

Ebbene

a tutti gli scettici o più esattamente a tutti gli uomini pratici

possono essere fornite

piuttosto agevolmente

le coordinate geografiche che con sufficiente approssimazione,

qui-e-ora,

permettono di individuare Questo Luogo

il quale peraltro non ha nulla di magico, né di misterioso.

Esso si trova all’incirca a metà strada,

una volta oltrepassate le prime colline,

fra il Lago dei Cigni ed il Giardino dei Ciliegi!

Cervantes: don Chisciotte della Mancha, Libro I° cap. XI
“Felice età e secoli felici quelli a cui gli antichi diedero il nome di età dell’oro, e non perché in essi l’oro, di cui si fa tanta stima in questa nostra età di ferro, si ottenesse in quell’epoca fortunata senza alcuna fatica, ma perché allora quelli che in essa vivevano ignoravano queste due parole: tuo e mio. In quell’età benedetta tutte le cose erano comuni: a nessuno era necessario, per ottenere il suo quotidiano alimento, fare altro lavoro che alzare la mano e prenderselo dalle robuste querce, che l’invitavano con generosità a cogliere i loro frutti maturi e gustosi…”

UNA FACCENDA CONTROVERSA



Non è esatto dire

che i capi e le strutture di vertice

del movimento operaio ufficiale,

siano puramente e semplicemente dei venduti

iscritti a libro paga del Capitale.

Fosse davvero così lineare la questione

sarebbe, tutto sommato, relativamente facile venirne a capo.

Si potrebbe pensare, ad esempio,

di lanciare una colletta fra la massa dei proletari

in modo da rastrellare

40, 50 e persino 60 Danari

da offrire al Giuda per accaparrarsene i servigi

in luogo dei  canonici 30

che, storicamente parlando,

è la tariffa sindacale pattuita fra le parti sociali

per darsi in affitto.

Ma, se così non è,

cos’altro allora?

Questione forse di vermi

e di relative mele marce nel cesto?

Suvvia, non banalizziamo!

Di vermi e di relative mele marce

ne troverete, a grumi, nei cesti di tutti gli ambiti.

Fosse per quello, persino nel cesto del Vaticano, tanto per dire.

Piuttosto si può opinare,

con un certo  qualche fondamento,

che le strutture di vertice e che i capi

del movimento operaio ufficiale

“non svolgano a dovere la loro funzione”,

non tutelino come potrebbero i loro assistiti…

Come un avvocato che

perda una causa dietro l’altra

toppando, sistematicamente, nell’arringa.

O meglio,

come un sensale mediocre

il quale ricavi soltanto 30 misere ghinee

dalle pellicce di castoro portate al mercato,

quando invece un buon sensale

ne avrebbe portato a casa

40, 50 e persino 60

di ghinee d’oro,

per le stesse pellicce di castoro.

E se invece…

…e se al contrario fosse

che strutture di vertice e i capi,

non solo sappiano perfettamente fare il loro lavoro

ma, nonostante tutto, a dovere lo svolgano

adempiendo egregiamente,

in questi tempi di vacche magre e nelle attuali generali circostanze perigliose,

al loro compito istituzionale?

La faccenda è,

come si vede, e storicamente parlando,

alquanto controversa.

LA SORTE DEL LEVIATANO



E’ inutile aggiungere che

una volta preso nel sacco Il Leviatano

occorra riempirlo di legnate.

Legnate su legnate, senza misericordia.

Fino a fracassarne le ossa

e le altre articolazioni,

fino a mandarne fuori uso

i cosiddetti gangli vitali.

Perché se per ventura – che Iddio non voglia –

l’immondo animale dovesse riuscire a divincolarsi

e a uscire dal sacco

vivo e sulle sue zampe…

Sarà  allora Lui, l’immondo animale, Lui il Mostro

a farci un mazzo così

per cent’anni almeno.

Cento anni dentro una pietraia

a spaccare massi dal mattino alla sera

e con la palla di piombo al piede,

e con l’incombenza, una volta rientrati alle baracche,

di dover imparare a memoria,

articolo dopo articolo,

la più bella Costituzione del mondo.

Ora,

è vero che, a misurare il consumo del Tempo,

sul Contatore della Storia,

le tacche scattano in salti di secoli e millenni.

Ma è altrettanto vero

che dopo altri cento anni così,

dopo un salasso del genere,

l’addetto alla lettura del Contatore

passando nelle baracche per rilevare i dati del consumo,

troverebbe l’Umanità sopravvissuta

in uno stato così pietoso, così debilitato, così prostrato,

da non poterne che constatare l’assoluta impossibilità

e indisponibilità evidente

al pagamento delle relative bollette.

Una Umanità così conciata,

per giunta morosa ed insolvente,

andrebbe, fra l’altro, a sommare

i suoi debiti inesigibili

al fardello dei debiti pregressi.

Una ulteriore complicazione dell’annoso problema del debito pubblico,

un rompicapo in più

per i funzionari del Ministero del Tesoro e delle Finanze.