1 marzo 2018
Contatto:Holly Hart,202,-778-4383
(Pittsburgh)-Leo W.Gerard, Presidente Internazionale dell'Unione dei Lavoratori dell'Acciaio, ha rilasciato la seguente dichiarazione dopo una riunione che il Presidente ha tenuto alla Casa Bianca con i dirigenti dell'industria dell'acciaio e dell'alluminio. Durante la riunione, il Presidente ha notificato la sua volontà di imporre dei dazi sulle importazioni di acciaio e di alluminio per ottenere gli scopi individuati nei report investigativi della Sezione 232 del Dipartimento di Commercio.
“I settori dell'acciaio e dell'alluminio hanno subìto rapaci pratiche commerciali. Per troppo tempo, i nostri leaders politici hanno discusso del problema,ma hanno lasciato in gran parte l'applicazione delle nostre leggi commerciali al settore privato. Questo non è ciò che i laboriosi americani vogliono dal loro governo. Essi si aspettano che sia dfesa la sicurezza nazionale, le cui fondamenta si basano sull' acciaio e l'alluminio.
“ Il Presidente Trump ha dato inizio alla procedura atta a valutare l'impatto delle importazioni di alluminio e di acciaio sulla nostra sicurezza nazionale. Noi plaudiamo alla sua iniziativa ed apprezziamo l'attenzione che questo problema ha ricevuto nei mesi recenti. Alla Casa Bianca sono stati inviati rapporti completi che poi sono stati resi pubblici. Essi avvaloravano quanto già conoscevamo: questi settori sono cruciali per la nostra nazione.
“ Da quando il Presidente ha dato inizio al provvedimento l'anno scorso, i lavoratori, da una parte all'altra del paese, lo hanno invocato a gran voce in quanto necessario ad assicurare la sopravvivenza dei nostri settori dell'alluminio e dell'acciaio ed i nostri membri lo hanno attivamente sostenuto. Le loro voci hanno trovato vasta eco in un'ampia sezione bipartisan del Congresso, con il sostegno di molti loro colleghi e di funzionari a livello statale e locale. Ogni telefonata, lettera, incontro e discussione erano focalizzati alla edificazione di una America migliore.
“Il problema per qualche tempo ha riguardato quale provvedimento prendere. Oggi il Presidente ha annunciato che vuole imporre dazi del 10% sulle importazioni di alluminio e del 25% sull'acciaio.
Per gli USW, l'obiettivo è sempre stato quello di ristabilire una economia mercantile che assicuri ai nostri produttori nazionali la possibilità di ottenere un equo profitto, poiché essi investono in servizi, attrezzature e capitale umano e contribuiscono alla forza della nostra nazione.
L'obiettivo dovrebbe essere anche la riduzione dell'impatto negativo delle importazioni di acciaio e di alluminio , che hanno decimato la produzione negli Stati Uniti. L'entità dei dazi che il Presidente ha annunciato saranno utili a raggiungere l'obiettivo.
“Il Segretario Ross, l'Ambasciatore Lighthizer ed il Direttore Navarro hanno lavorato duramente per
valutare quale forma di aiuto otterranno gli obiettivi presidenziali. Poiché l'Amministrazione mette assieme i dettagli più raffinati sull'implementazione degli aiuti, noi lavoreremo al suo fianco.
Sarà cruciale focalizzare l'attenzione sui paesi che hanno creato il problema e che non aiutano a trovare una soluzione.
Il Canada non rappresenta un problema. Gli stati Uniti ed il Canada hanno integrato i mercati industriali e la nostra unione rappresenta i lavoratori che subiscono l'impatto del commercio in entrambe le nazioni. Inoltre la difesa e un rapporto intelligente fra i due paesi sono una cosa unica ed integrante per la nostra sicurezza. Ogni soluzione deve esentare la produzione canadese da questi provvedimenti.
Allo stesso tempo, il Canada deve impegnarsi a far rispettare con forza questo provvedimento e a intesificare la sua cooperazione per indirizzare adeguatamente l'eccesso di capacità produttiva di acciaio ed alluminio.
Ora, noi dobbiamo lavorare per definire il progetto degli aiuti ed implementarlo. Siamo più che disposti a lavorare con l'Amministrazione per assicurare che gli truffatori siano ritenuti responsabili di questa situazione e per risolvere questo problema rapidamente così da poter ricostruire il settore industriale della nostra nazione.
06/23/10
L'UAW ha oggi rilasciato la seguente dichiarazione sulle agitazioni operaie negli stabilimenti automobilistici cinesi
Il milione di membri attivi e pensionati della International Union,United Automobile,Aerospace&
Agricultural Implement Workers of America ( UAW) è solidale con i lavoratori dell'industria automobilistica cinese che, nelle ultime settimane, hanno intensificato la loro lotta per miglioramenti salariali, condizioni lavorative più sicure e per la creazione di sindacati indipendenti.
L'attuale ondata di agitazioni operaie è iniziata con uno sciopero spontaneo nello stabilimento industriale componentistico della Honda nella provincia del Guangdong e si è ora esteso a parti degli stabilimenti della Toyota nel Ttianjin e altrove in tutta la cin tura industriale del sud-est cinese.
Il governo cinese ha impiegato compressione degli stipendi e dei diritti dei lavoratori, la manipolazione della sua valuta, e forti sovvenzioni all'industria per creare un ambiente estremamente attraente per gli
investimenti per le industrie automobilistiche basate straniere.
Oltre alla Honda ed alla Toyota, la General Motors, la Ford e la Chrysler-Fiat hanno costituito con profitto delle joint-venture con compagnie automobilistiche cinesi, come hanno pure fatto gli europei (Daimler e Volkswagen) ed i coreani (Hyundai e Kia).
I cosiddetti “sindacati” in Cina sono affiliati alla All China Federation of Trade Unions (ACFTU), controllata dal Partito Comunista: essa, a sua volta, è pesantemente influenzata da corporazioni sia indigene sia straniere. Il mantenimento di un investimento straniero diretto apparentemente ha la priorità sulla promozione dei diritti umani basilari. Il Rapporto Annuale sui Diritti Umani del Dipartimento di Stato del 2010 ha qualificato la ACFTU come” irresoluta ed inefficace nella protezione dei diritti e degli interessi degli iscritti”.
In assenza in Cina di veri sindacati atti a impedire il crudele sfruttamento dei lavoratori dell'industria automobilistica cinese, i costruttori automobilistici globali sono in grado di comprimere i salari e reprimere i diritti dei lavoratori durante la loro attività lavorativa in tutto il mondo, anche qui negli Stati Uniti. I più grandi industriali del mondo, indipendentemente dal paese di origine, stanno trasferendo la produzione verso quelle zone dove gli stipendi sono bassi e non esistono sindacati, siano essi in Cina, India, Messico, o regioni degli Stati Uniti.
La minaccia, o l'attuazione, di tali trasferimenti produttivi
indebolisce la capacità dei lavoratori americani di ottenere e
mantenere salari più alti e migliori indennità.
Gli attuali scioperi e proteste in Cina sono una reazione alla stessa
strategia aziendale antioperaia ed antisindacale impiegata da molte
compagnie qui negli Stati Uniti. Quando i lavoratori della American
Honda,Toyota, o Hyundai tentano di organizzarsi, le compagnie
minacciano di licenziarli o di trasferire le produzioni. Il
comportamento del management della Toyota in Cina non è molto
diverso rispetto a quello attuato qui, negli Stati Uniti, dove,
all'inizio di quest'anno, la Toyota ha deciso di fermare la produzione
della sua redditizia Corolla nel suo unico stabilimento in California
(NUMMI) ove era presente la UAW e di trasferire migliaia di impieghi in
uno stabilimento di montaggio non sindacalizzato in costruzione nel
Mississippi.
La UAW solidarizza con i lavoratori cinesi dell'industria automobilistica e sostiene le loro ragionevoli richieste di miglioramenti salariali, di riduzione dell'orario lavorativo, e della creazione di sindacati che rappresentino veramente i loro interessi economici. Noi chiediamo alla Honda, alla Toyota e agli altri fabbricanti di automobili di migliorare le condizioni di vita dei loro dipendenti implementando un autentico sistema di contrattazione collettiva.