Gli eventi in Italia mostrano con chiarezza alla classe operaia quali siano i rapporti di forza sul terreno della lotta di classe, così come gli obiettivi dell'imperialismo anglosassone e la sua tattica contro il movimento rivoluzionario. Con la caduta di Mussolini il movimento operaio ritrova per la prima volta dopo 20 anni la sua coscienza di classe e si mette in movimento. A Torino, a Milano. Bologna e Genova i lavoratori occupano le fabbriche, la bandiera rossa sventola, nascono i primi soviet e i comitati di fabbrica. Le masse lavoratrici e contadine e la piccola borghesia vogliono la pace. La borghesia italiana dietro il governo di Badoglio è pronta a sacrificare Mussolini e il regime fascista, ma cerca di salvare la monarchia e i suoi interessi di classe. Reprime il movimento rivoluzionario e al tempo stesso prepara la capitolazione con gli anglosassoni. L'imperialismo anglosassone, da parte sua, inizia senza pietà a bombardare le città industriali dove la rivoluzione ha osato alzare la testa e vuole usare nel suo interesse la lotta dei lavoratori italiani, lo sciopero, l'insurrezione. Badoglio, spinto dall'Inghilterra, ha appena dichiarato guerra alla Germania. Scioperi e manifestazioni per la pace sono repressi con la forza armata prima dello sbarco degli anglosassoni. Dopo lo sbarco, la tattica cambia. Le truppe di Hitler occupano tutto il nord Italia e soffocano crudelmente tutto il movimento rivoluzionario. Da parte loro, le truppe inglesi, dopo aver messo piede nell'Italia del Sud, spingono ora gli operai a continuare la guerra al loro fianco e li invitano allo sciopero generale, al sabotaggio, alla guerra partigiana nella parte dell'Italia occupata dai tedeschi. L'imperialismo anglosassone e l'imperialismo hitleriano hanno un nemico comune: la classe operaia. Entrambi cercano con le proprie armi e mezzi di soffocare il movimento rivoluzionario – Hitler con la nota brutalità, Churchill e Roosevelt con l'inganno, il falso gioco democratico e la forza armata. L'esperienza italiana è ricca di insegnamenti per i lavoratori francesi. Il primo compito del movimento proletario consiste nello staccarsi dalla borghesia e dalla piccola borghesia. Esso deve confidare solo sulle proprie forze e deve combattere solo per gli obiettivi dei proletari e non per l'imperialismo.
Abbasso la guerra! Viva la pace! Sciopero generale contro gli invasori anglosassoni e hitleriani! Occupazione delle fabbriche e controllo da parte di comitati operai! Formazione di milizie dei lavoratori! Fraternizzazione con lavoratori americani, inglesi e tedeschi in uniforme! Per la cacciata della borghesia italiana e la formazione di un governo rivoluzionario di lavoratori e contadini! Per il socialismo primo passo della rivoluzione europea!
Il governo "sovietico" ha riconosciuto il governo del maresciallo Badoglio come il solo governo italiano e ha ripreso i rapporti diplomatici . Così il governo del cosiddetto "Stato operaio" è il primo e l'unico a riconoscere come governo la cricca reazionaria di Badoglio. Fino ad oggi nemmeno i governi imperialisti di Londra e Washington non hanno ancora ritenuto necessario legalizzare i loro rapporti con Badoglio e il re Vittorio Emanuele. I cinque partiti antifascisti in Italia, socialisti, comunisti, cattolici, liberali e Azione Popolare, erano più o meno d'accordo nella loro lotta contro Badoglio e la monarchia. Tutti e cinque hanno richiesto l'abdicazione del re e anche la scomparsa della monarchia. Si sapeva già che i "comunisti" italiani (gli stalinisti) avrebbero formato l'ala destra nel blocco di cinque partiti antifascisti. Ora è ufficiale. Il governo "sovietico" si smaschera diventando il paladino della restaurazione della monarchia in Italia. Il popolo italiano, che ha iniziato la sua lotta contro Mussolini e ha voluto continuarla contro la borghesia e la monarchia italiana, aveva già creato i suoi soviet a Milano e Torino ma ora entra in conflitto in un avversario inaspettato: il governo del maresciallo Stalin. La burocrazia russa che mira a creare basi nel Mediterraneo per fini puramente imperialistici, cerca la collaborazione della la monarchia italiana, cioè della la borghesia. Gli interessi della classe operaia italiana non contano affatto, al contrario, se la rivoluzione italiana ostacola i progetti di Stalin e Vyshinsky essa sarà schiacciata con la forza bruta. Ancora una volta la burocrazia russa si dimostra un serio ostacolo, un avversario feroce della rivoluzione proletaria. Essa si appoggia in Italia sulle forze più reazionarie, tradisce la classe aperta e continuerà questo gioco imperialista domani in Francia e in Germania. I rivoluzionari, i veri comunisti, non possono affatto sperare in questa controrivoluzione burocratica: si deve combatterla alla stessa stregua degli imperialisti capitalisti. Solo il disfattismo rivoluzionario in Russia può rovesciare la classe burocratica, liberare il popolo russo da questo giogo e ricominciare l'opera della rivoluzione proletaria.