1 novembre: un eccellente articolo sul Manifesto di Marinella Correggia (bene, brava, bis!) sulla “pulizia etnica” prodotta dai “rivoluzionari” libici a Tawergha, località vicina a Misurata “popolata di libici di pelle nera e di fede gheddaffiana” semplicemente cancellata assieme ai suoi 30 mila abitanti all’insegna del “siamo la brigata che ripulirà la Libia dagli schiavi neri”. Girate il tema alla Rossanda e vedremo quel che ne verrà fuori...
2 novembre: lo stesso giornale, in omaggio al “pluralismo” di cui si fa artefice (si sa che il mondo delle “idee” è plurale!) pubblica un articolo del “pacifista” ebreo Uri Avnery dal titolo “Benedetta NATO”. Sì, è vero, con una postilla iniziale che ne prende le distanze, ma... “le sue analisi ci interessano molto, anche se e quando non siamo d’accordo con lui”. Modesta proposta: perché non pubblicare anche le analisi, senza dubbio interessanti, di Luttwak e del Pentagono, sia pure con breve cappello introduttivo di “dissenso”?
Avnery afferma: “Io sono stato profondamente contrario alla guerra statunitense in Vietnam, Afghanistan e Iraq, ma molto favorevole alle campagne della NATO in Kosovo e Libia”. Come in tutte le cose, c’è del buono e del cattivo. Nel nostro caso, i casi cattivi (dell’imperialismo) del passato sono stati progressivamente scalzati da quelli buoni cui occorre applaudire. O, in altre parole: sin qui abbiamo finto di opporci all’imperialismo, oggi vi aderiamo toto corde.
Avnery non ha gradito le immagini del “dittatore” sbranato, “ma la mia prima reazione è stata: mio Dio, quanto il popolo deve odiare il suo dominatore per trattarlo in quel modo!”. E non si potrebbe dire la stessa cosa della Shoah?: “quanto il popolo tedesco deve odiare gli ebrei per trattarli in quel modo?”.
Cos’era la Libia di Gheddafi? “Un paese immensamente ricco” con una “popolazione povera”, visto che tutti i soldi andavano alla famiglia Gheddafi, e piena di “disoccupati”, anche se, sì, “spese un po’ di quattrini per costruire scuole ed ospedali”. Chi ha visto da vicino la nuova Libia post-Idris sa bene, in realtà, come le cose fossero da allora enormemente cambiate; chi vede la Libia attuale sa bene quale regresso sia stato attuato dai “liberatori” congiunti libico-NATO. Tiremm innanz.
E ancora: si dice che la NATO sia intervenuta per prendersi il petrolio libico; ma il petrolio lo vendeva già Gheddafi, e allora? Sì, solo che Gheddafi imponeva dei prelievi sui profitti petroliferi delle compagnie internazionali per investirli in welfare interno che (lo dice candidamente La Repubblica) vengono oggi drasticamente ridimensionati. A favore dei “poveri” interni?
Il Kosovo. Non occorre andare alle denunzie dei comunisti settari incalliti per saper qualcosa di più su quello che è oggi il Kosovo “liberato” dal preteso ed inesistente “etnocidio” di Milosevic. Basti ripassarsi qualche numero di Limes.
E questi sarebbero gli esempi del “nuovo ordine” (democratico, naturalmente) istaurato dalla NATO buona. Ne prendiamo atto. E tanto varrà per i suoi prossimi interventi.
E’ proprio vero che certo “pacifismo” è intimamente guerraiolo da cima a fondo. Dio mio, quanto ti odiamo e vorremmo farti la pelle! (si fa per dire, naturalmente; parafrasiamo semplicemente).
Anche Avnery,come la Rossanda, si
duole che “noi israeliani” non abbiamo avuto l’intelligenza di Obama di
“saltare sul carro delle rivoluzioni arabe” per farle “nostre”. Non si
preoccupi il nostro: la Siria e l’Iran sono vicini. Indossiamo la divisa e prepariamoci alle
armi a sostegno di quelle popolazioni! “Benedetta NATO”! Maledetti voi tutti!
5 novembre 2011