nucleo comunista internazionalista
materiali teorici




Alcune considerazioni sugli annunciati provvedimenti "repressivi" dello Stato francese

A PROPOSITO DI LOTTA ALLE SETTE


In Francia esiste un organismo paragovernativo dedito alla “lotta alle sette” in quanto strumenti di “depersonalizzazione” delle menti giovani ed indifese. Ad esso spetta redigere un preciso rapporto su questi fenomeni che, se ed in quanto accertati, dovrebbero dare il via ad operazioni di “pulizia” (leggi: di polizia) in grado di impedirli. A breve dovrebbe essere disponibile l’ultimo rilievo in materia. Per intanto, sappiamo che tra le “sette” messe sotto tiro si comprendono numerosi casi, assai diversi tra di loro, da Scientology ai Testimoni di Geova. Prendiamo questi due estremi e diciamo la nostra in materia.

Non c’è dubbio che Scientology costituisce un’abile, e disgustosa, operazione di marketing atta a produrre per i suoi promotori una bella massa di profitti. Essa si basa sulla “cattura” di quei classici soggetti borghesi che ambiscono a “sentirsi realizzati” come super–individui nella società presente e, sganciato il sacco di quattrini necessario (i polli vanno spennati!) si ritrovano alla fine perfetti coglioni, ma “sicuri di sé”, efficienti, capaci di “affermarsi”. Un’operazione a metà strada tra Vanna Marchi e certa psicologia e psichiatria alla moda. Quest’esigenza soddisfatta altro non è che quella dettata dal presente sistema stesso, dalla sua laica “religione” (e non impropriamente Scientology si è autocollocata nell’ambito delle religioni per quanto Dio qui non c’entri; ma c’è miglior Dio di quello del successo individuale entro il sistema borghese?). Potrebbe, allora, lo Stato borghese combattere un fenomeno del genere? Al massimo può pretenderne il monopolio soffocando la concorrenza impropria di una determinata, specifica azienda “autoprodotta”. Noi non ci attendiamo di certo la soluzione del problema da una “soluzione” del genere, magari attuata con metodi di polizia che andrebbero semplicemente a mettere la sordina a micro–briganti a favore del brigantaggio generalizzato in grande stile. La lotta contro questa forma di plagio solo noi comunisti la possiamo seriamente condurre, come parte della complessiva lotta al sistema, di cui una formazione come quella di Scientology  non è che un aspetto particolare (per quanto particolarmente vomitevole; e sia detto anche se la massa dei plagiati in questione fa essenzialmente parte di un materiale “umano” che non ci commuove affatto). Sia chiaro: nel caso di messa in causa giudiziaria di quest’organizzazione per truffa in solido di “incapaci di intendere e volere” non saremo certo noi a contestare la cosa ed a difendere il diritto di “opinione” di Scientology, perché –esattamente– non di questo si tratta; ma, allo stesso modo, i giudici non pretendano di trasformare il fatto delinquenziale eventuale in “delitto di opinione”, in “eresia del pensiero”.

Altro il caso dei Testimoni di Genova. Si dice: anche qui ci troviamo di fronte a individui che vengono subornati e condizionati strettamente alla “setta”. Il loro affermato cristianesimo si discosterebbe sensibilmente da un “retto intendimento” di esso. Ma secondo quali regole lo Stato si arrogherebbe il diritto di distinguere ortodossia ed... eresia (curioso per dei laici!)? Il punto di partenza delle posizioni dei Testimoni di Geova è precisamente la Bibbia, ovviamente “una certa lettura della Bibbia”, prima responsabile di quello che, per noi, costituisce un plagio deviante. E, poi, se lo Stato si sente in potere di decidere ciò che è “ammissibile” o no, come mai si riconoscono come legittime, a pari titolo, varie religioni diverse e collidenti tra loro in materia di fede? Dov’è il vero? Dove il falso? Dove, per chi ci cade, vale la “libera autodecisione individuale” e dove comincia il plagio? Come si diventa cristiani (o musulmani, o buddisti) doc con tutte le carte in regola quanto a “rispetto dell’individuo”? Più semplicemente, lo Stato, ecumenicamente, riconosce tutte le religioni, indifferentemente, che si presentino, ad onta delle rispettive differenze, egualmente funzionali alla conservazione dell’ordine borghese nel loro dispiegarsi attraverso determinate gerarchie tutrici di quest’ordine stesso. Per questo va benissimo anche quel bel tomo del Dalai Lhama, utile strumento dell’azione imperialista di qui, per quanto le “dottrine” di riferimento non siano che una copia riverniciata delle più stupide trovate scientologhe di “promozione dell’elevazione dell’individuo” e richieda non minori lavaggi del cervello per far passarle nelle menti “indifese” di chi vi si presta. Il difetto dei Testimoni di Geova sta nel suo programmatico chiamarsi “fuori da questo mondo” e in certe sue obiezioni di coscienza, come quello militare (in seguito al quale, ricordiamolo di sfuggita, essi conobbero una dure repressione da parte del nazismo che non poteva tollerarla, lasciando a ragione sostanzialmente non toccate da essa gli apparati del clero cattolico e protestante).

E’ significativo che l’attacco contro una “setta” del genere vada di pari passo con una corsa accelerata da parte del governo francese verso nuove e più strette relazioni Stato–Chiesa, in particolare con la Chiesa cattolica (vedi discorso di Sarkozy a Benedetto XVI), con tutto il ricorrente refrain sulle “radici giudaico–cristiane” fondanti il potere borghese attuale. (Ammessi anche i bravi musulmani pronti a piegarsi o interconnettersi a tali radici).

Anche qui: lasciate a noi di condurre la lotta contro i Testimoni di Geova. E sarà una lotta contro le radici e il conseguente fiorire di un’alienazione che, nel caso specifico, coinvolge essenzialmente una base sociale di basso “popolo” ed anche francamente proletaria, “giustamente” convinta che “questo mondo sta per finire” e persino sono portati a qualificarlo per quel che esso realmente è, nei suoi classici tratti capitalistici, ma ritraendosi dalla lotta contro di essa in questo mondo in attesa delle trombe del Giudizio Finale. E riconosciamo, intanto, ad essi il diritto (borghese) di poter liberamente diffondere le loro stramberie di fede contro l’interferenza statale.(Così come riconosciamo questo stesso diritto per tutte le fedi religiose: o, altrimenti, finiremo per cadere nella sola religione dello Stato e/o di una data religione di Stato a plagio di massa imposto per legge; così come rivendichiamo il nostro pieno diritto di lottare contro tutte le religioni sulla base delle nostre posizioni marxiste che ci aspettiamo, se così continueranno ad andare le cose, ad essere messo in causa “per legge”: se combattere lo Stato sionista sta finendo per essere assimilato all’”antisemitismo”, e come tale sanzionabile, perché non potremmo arrivare all’equazione lotta contro la religione = lotta contro le “nostre radici”, contro... lo Stato?)

I Testimoni userebbero per farsi degli adepti e tenerli sotto condizionamento mentale mezzi impropri? Che dire allora del cattolicesimo in particolare con le sue mille madonne miracolanti in concorrenza reciproca tra loro, i padri Pio, le reliquie –compreso persino il prepuzio della circoncisione di Gesù!– a quintalate con varie lingue e teste per lo stesso santo, il sangue che si scioglie a comando, le sacre sindoni, le statue che piangono o sanguinano, le acque miracolose (la baracca commerciale di Lourdes che tanto disgustò il Trotzkij del Diario 1935), i diavoli coi forconi e le  più efferate pene eterne per i reprobi (e non plagiati)? Una massa orripilante di “irrazionale”, evidentemente, ma che sta bene alla Ragione Borghese diventata conservatrice e reazionaria del nostro tempo che vi attinge a piene mani. Siamo chiari anche su questo punto: noi siamo ben lungi dal ridurre lo sforzo religioso, intellettuale ed etico, della generalità dei cattolici, moltissimi dei quali, sia alla base che ai bassi livelli gerarchici in particolare, meritano il massimo rispetto, ascolto e dialogo e non hanno niente a che fare con l’oscena baracca di cui sopra: che, però, serve ottimamente alla Sacra Bottega Istituzionale e che dovrebbe suscitare anche in essi un po’ più di indignazione. Se noi fossimo al potere (facciamo l’ipotesi per introdurre una nota di fantasy e di allegria...) metteremmo un severo altolà all’uso degli “amuleti magici” da Vanna Marchi di cui sopra, lasciando liberissimi, per il resto, pensiero, predicazione e pratica personali di tipo religioso e lo faremmo tanto più agevolmente in quanto daremmo alle varie chiese quel massimo di libertà di cui sin qui non hanno mai goduto: la libertà di non dover essere asservite al potere capitalista di cui servirsi a propria volta per vili ragioni di bottega. Con ciò, statene certi!, avremmo agevolmente risolto il problema delle “sette” e delle sovra–sette (le Chiese) in quanto problema d’ordine pubblico. Dopo di che, “evangelizzate” pure... Vi concediamo persino l’ipotesi di poterci convertire e scoprire così che, in fin dei conti, il socialismo (regno della libertà su questa terra) corrisponde ad un disegno (di regno della Libertà Eterna)... divino.  


POSTILLA

Chiese e potere: qui di seguito un’esemplificazione nel concreto.

Riportiamo dal mensile cattolico  Azur Informations  di gennaio il testo di una lettera di don Giorgio Rizzieri, pezzo grosso vaticano, a una famiglia amica francese sulla recente visita di Sarkozy al Papa:”Caro Henri, non so se hai letto il meraviglioso discorso del tuo Presidente a San Giovanni al Laterano oggi. Sono contento che tu e Denise abbiate contribuito a scegliere quest’uomo per guidare la Francia! Malgrado le sue debolezze, molto umane (Carla Bruni?, n.), la sua retta ragione e la sua dichiarata fede cattolica sono finalmente musica per le nostre orecchie di europei in luogo dei relativismi da un lato e fondamentalismi dall’altro che ci circondano. Sì, anche l’incontro del Presidente di Francia col Santo Padre ed il suo importante discorso nella basilica di San Giovanni in Laterano per ricevere il canonicato è stato una sorta di visitazione tra due cuori e due spiriti (simbolicamente, il suo, quello della sua Patria e il cuore del Vicario di Cristo con tutta la Chiesa cattolica) che, dopo molto tempo, manifestava una piena intesa sulla giusta comprensione dell’esistenza della Chiesa, sulla sua necessità di essere presente in una società diventata arida spiritualmente (“le banlieu sono dei deserti spirituali”: così Sarkozy!!!), il riconoscimento delle radici cristiane della Francia (sino a ieri ciò sembrava impossibile che potesse dirlo un Presidente della repubblica...), la sua professione pubblica di fede cattolica, la sua spiegazione della bellezza di una sana laicità dello Stato, garante della libera professione di ogni fede, ed infine una sorta di richiesta di perdono nazionale indiretto allorché egli ha riconosciuto che giammai lo Stato francese avrebbe dovuto cercare di strappare le radici della fede cristiana, rendendo così più poveri e disperati i propri cittadini. Il vostro Presidente, cari Henri e Denise, ha offerto una magnifica lezione di Libertà rendendo omaggio senza paura alla Verità, tanto che della storia che della fede in Cristo! E allora il nostro entusiasmo è un dono dello Spirito che viene da questa piccola visita, ma che sarà assai fecondo di conseguenze”. (Testo integrale su http://www.la–croix.com/illustrations/Multimedia/Actu/2007/sarkozy, rif)

A ciascuno i suoi commenti. Diciamo solo che siamo alquanto preoccupati della cura antisahariana che si prospetta per le banlieu francesi, d’ora in poi sottoposte alla doppia (e tangibile sul groppone) Verità dello Stato e della Fede!

29 febbraio 2008